Più di 4,5 miliardi di euro: è questo l’ammontare esatto che la Guardia di Finanza ha quantificato per quel che concerne i redditi che non sono stati dichiarati, ma comunque scoperti nei primi cinque mesi di questo anno. Il recupero in questione non è casuale, visto che si sta facendo riferimento al contrasto agli illeciti tributari internazionali che le Fiamme Gialle hanno intensificato da diverso tempo a questa parte. Insomma, i paradisi fiscali esercitano ancora un appeal fortissimo sui contribuenti del nostro paese. Nel dettaglio, si ricorre soprattutto a delle stabili organizzazioni, con le società estere che non provvedono a dichiarare nulla, senza dimenticare le residenze in questi stessi “paradisi”.
►IL PUNTO SUI PARADISI FISCALI NEL 2012
Come hanno spiegato i finanzieri, si tratta delle due modalità maggiormente diffuse in tal senso, quando non si ha la volontà di versare quanto dovuto al Fisco italiano. La classifica delle nazioni più gettonate in questo caso è guidata dalla Svizzera (nello stato elvetico vige, come è noto, il segreto bancario), seguita a ruota da Hong Kong e dal Regno Unito, i “nascondigli” perfetti per tentare di farla franca. La ricorrenza dei tre paesi nelle sessantatre attività esaminate dalla Finanza in tutta Italia è evidente e dall’inizio del 2012 il fenomeno è risultato in crescita.
►SVIZZERA: LA FISCALITA’ AGEVOLATA DEL CANTONE URI
La lotta all’evasione fiscale ha assunto dimensioni maggiori con il cambio di governo, ovviamente non viene disdegnata nemmeno quella di stampo internazionale e i numeri relativi al denaro recuperato la dicono lunga su quanto ancora ci sia da fare. Questo vuol dire che l’illegalità prolifera perfino in nazioni insospettabili (la Gran Bretagna su tutti): riusciranno questi interventi coordinati con l’Agenzia delle Entrate ha contrastare le frodi? L’impegno messo in campo c’è tutto, i blitz sono stati spesso spettacolari, ma ora oltre alle località turistiche e agli agriturismi bisogna puntare anche a pesci di maggiori dimensioni.