L’ultimo strumento che verrà usato per provare a contrastare il più possibile l’evasione fiscale è ormai alle porte. Stiamo parlando della grande novità che verrà lanciata da parte del Fisco, ovvero un nuovissimo sistema di incrocio di banche dati.
Come si può facilmente intuire, l’obiettivo è chiaramente quello di svolgere il maggior numero di verifiche e di controlli possibile. Certamente, non si deve trattare di controlli invasivi, ma che comunque riescano a individuare, tra tutti i contribuenti, quelli che non sono in regola e si possono considerare dei veri e propri evasori, ma anche tutti coloro che si possono definire a rischio.
Si tratta di un sistema che ha dato adito a un gran numero di discussioni. Per qualche tempo, tra le altre cose, ha provocato una strenua resistenza messa in atto da parte del Garante della Privacy. Quest’ultimo, infatti, ha manifestato tante perplessità e dubbi sull’utilizzo di una mole così imponente di banche dati e di informazioni. Al momento, però, sembra che sia stato trovato il modo per sbloccare lo scenario. Infatti, nel corso dell’ultimo Cdm, è stato comunicato come il Garante della Privacy ha ricevuto lo schema di decreto ministeriale su cui si trovano le procedure che hanno ad oggetto la pseudo-armonizzazione dei dati da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Il governo ha intenzione di far partire i controlli il prima possibile: l’obiettivo è quello di far partire la macchina entro il mese di giugno, in maniera tale da arrivare pronti a luglio. Al momento, è tutto nelle mani del Garante per la Privacy, che dovrà dare il suo ok all’uso degli algoritmi, così come dell’intelligenza artificiale per poter mettere in atto tutte le verifiche.
Per l’ennesima volta si tratta di un adeguamento alle direttive in materia da parte dell’UE. Il governo italiano si sta impegnando a incrementare di una percentuale intorno al 15% la spedizione di lettere di compliance nei confronti dei cittadini. Così facendo, questi ultimi dovrebbero scegliere di ottemperare a quanto dovuto in maniera del tutto spontanea.
Un aumento che si aggira intorno al 15%, quindi, il cui calcolo prende come base l’anno 2019, nel momento in cui vennero inviate 2,13 milioni di lettere, con un incasso complessivo che si aggira intorno a 1,2 miliardi di euro. Di conseguenza, ecco che nel 2022 si dovrebbero far partire circa due milioni e mezzo di lettere, nonostante una crisi importante che coinvolge evidentemente anche l’Italia e che sta facendo danni anche a livello internazionale.