Si avvicina la fine del 2014 ed è tempo di accertamenti fiscali. Entro il 31 dicembre scadono, nello specifico, i termini per i controlli.
Durante gli ultimi anni, al fine di rafforzare la lotta all’evasione, sono stati resi più flessibili i termini di accertamento. E questo crea più incertezze. Ad esempio, raddoppiano i termini ordinari di accertamento in presenza di violazioni penali. Si “raddoppiano” i termini per l’accertamento da parte del fisco anche per quanto concerne gli atti di recupero dei crediti.
Secondo la procedura adottata dagli uffici, sia quando il credito è esistente, ma irregolarmente utilizzato, sia quando è inesistente, servono otto anni per notificare il provvedimento al contribuente. Stando a questa interpretazione, a fine anno, potranno essere notificati gli atti di recupero dei crediti inerenti al periodo di imposta 2006. Un altro caso di raddoppio si ritrova per il modello RW: è previsto che l’amministrazione abbia il “doppio” del tempo per accertare le disponibilità estere del contribuente detenute in Paesi a regime fiscale privilegiato.
Novità anche sul fronte del ravvedimento operoso. Il Ddl di stabilità ha contemplato un ravvedimento ad ampio raggio, consentendo al contribuente anche la possibilità di integrare con sanzioni ridotte la dichiarazione presentata. Da ricordarsi che non sono immuni da scadenza anche le cartelle di pagamento: vanno notificate, a pena di decadenza, entro precisi termini che variano a seconda del tributo a cui sono riferite e del controllo dal quale discendono. Se si tratta di controllo automatizzato della dichiarazione devono essere notificate entro il terzo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione, mentre se traggono origine da controllo formale entro il quarto.