Sono altri quattro i Comuni che in Emilia-Romagna negli ultimi giorni si sono aggiunti a tutti gli altri nell’ambito dell’intesa antievasione tra l’Agenzia delle Entrate e le Amministrazioni cittadine dopo l’accordo siglato nei mesi scorsi non l’ANCI, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Nello specifico, le quattro nuove adesioni sul territorio emiliano-romagnolo sono quelle del comune di Colorno, in provincia di Parma, Vernasca in provincia di Piacenza, Finale Emilia in provincia di Modena e Dovadola in provincia di Forlì-Cesena. A darne notizia è la Direzione regionale Entrate dell’Emilia-Romagna, sottolineando come anche questi altri quattro comuni della Regione abbiano deciso di scendere in campo a fianco dell’Amministrazione finanziaria nell’ambito dell’attività di contrasto all’evasione fiscale attraverso l’invio, proprio da parte dei comuni, di segnalazioni qualificate che risultano essere fondamentali per poter capire se il reddito dichiarato dal contribuente sia conforme e compatibile con lo stile di vita sostenuto.
Al riguardo, in Toscana come ultimo caso in ordine di tempo, l’Agenzia delle Entrate non ha caso sta facendo un utilizzo massiccio dell’accertamento sintetico in scia al fatto che ci sono contribuenti che, a fronte di un reddito dichiarato “normale”, navigano in mare su imbarcazioni di lusso e viaggiano in strada su vetture di grossa cilindrata.
Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, con le quattro “new entry” salgono complessivamente a 164 i Comuni della Regione che hanno aderito al patto antievasione ANCI-Entrate; di questi, ben 25 comuni si trovano in Provincia di Modena, 23 in provincia di Piacenza, 15 in provincia di Parma e 20 nella provincia di Forlì-Cesena. Tutti i 164 Comuni del territorio emiliano-romagnolo possono inviare attraverso l’applicativo Siatel le segnalazioni qualificate con particolari ambiti di “indagine” nelle libere professioni, nel settore dell’edilizia ed in quello immobiliare, e nel possesso di beni che identificano una elevata capacità contributiva; segnalazioni mirate, inoltre, possono essere altresì acquisite dal Fisco per rilevare la presenza sul territorio di soggetti che sfruttano le residenze fittizie all’estero per “dribblare” la tassazione italiana.