In Italia serve un fisco più equo, che garantisca un alleggerimento della pressione fiscale a carico di chi le tasse, col prelievo alla fonte, le paga fino all’ultimo centesimo, ovverosia i lavoratori ed i pensionati. Per questo, la Cgil ha messo a punto tutta una serie di proposte finalizzate a riportare in materia di tassazione la giustizia sociale, e per farlo si devono chiaramente mettere in atto non azioni “una tantum“, ma vere e proprie riforme strutturali. In particolare, la proposta della Cgil è basata, in primis, sul recupero di risorse sia attraverso la lotta all’evasione fiscale, sia applicando la tassazione al 20% sulle rendite finanziarie unitamente ad imposte sui grandi patrimoni.
A questo, contestualmente, da fare tra l’altro subito secondo il Sindacato, occorre associare una riforma strutturale dell’Irpef a carico dei lavoratori dipendenti e dei pensionati attraverso un incremento delle detrazioni di 500 euro entro il prossimo mese di marzo, e poi in aggiunta 100 euro nell’arco di tre anni. Secondo il Segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, non occorre attendere tempi migliori per abbassare le tasse ai lavoratori ed ai pensionati.
Con le azioni sopra descritte, infatti, il Sindacato stima che si libererebbero risorse pari a 19,8 miliardi di euro buone proprio per lasciare più soldi in tasca ai lavoratori ed ai pensionati, e per avviare un processo strutturale che, per le ragioni di equità sopra descritte, dovrà spostare il prelievo dai lavoratori e dai pensionati verso altre fonti. Attuando queste misure subito, tra l’altro, si rilancerebbero i consumi che, nonostante le previsioni fin troppo ottimistiche che circolano, ancora languono. Il progetto di riforma del Fisco della Cgil, inoltre, prevede anche misure a favore dei giovani lavoratori e degli studenti unitamente al beneficio del credito di imposta a favore di chi punta a creare sviluppo investendo nell’innovazione, nella formazione e nella ricerca.