Quest’anno gli studi di settore saranno “più leggeri” per effetto della crisi finanziaria ed economica che ha in molti casi fatto letteralmente crollare i fatturati delle imprese, in particolar modo quelle medie e piccole; e non a caso la versione 2009 di “Gerico” prevede in materia di calcolo presunto dei compensi e dei ricavi un approccio meno severo in virtù dell’introduzione dei correttivi anticrisi. In questo modo, quindi, potrà essere ridotto il carico fiscale sui dati che scaturiscono da Gerico per il professionisti, le PMI ed i lavoratori autonomi, ma soprattutto si evita che buona parte delle imprese che rientrano negli studi vadano a dichiarare compensi e ricavi non conformi con l’innesco di una raffica di contraddittori pronti a sfociare in procedure di accertamento con costi ed oneri a carico sia dell’Amministrazione finanziaria, sia dell’impresa. Ma se i lavoratori autonomi sono stati agevolati con la revisione degli studi di settore, quali sono invece i vantaggi da poter offrire ai lavoratori dipendenti che di certo non se la passano tanto meglio?
Ebbene, il responsabile per la finanza pubblica del partito democratico, Stefano Fassina, pur condividendo l’abbassamento del carico fiscale per gli autonomi, ha messo in evidenza come il Governo si sia letteralmente dimenticato di adottare allo stesso modo delle agevolazioni a favore dei lavoratori dipendenti creando una discriminazione che diventa ancor più evidente e ingiusta se i soggetti sono i lavoratori precari che hanno dovuto far fronte ad una sensibile erosione dei redditi. Di conseguenza, Stefano Fassina ritiene anche che a favore del lavoro dipendente, tenendo conto della crisi, debba essere applicato una sorta di “studio di settore” abbassando il carico fiscale di almeno 500 euro all’anno per ogni lavoratore attraverso l’aumento delle detrazioni sui redditi.
L’attuale Governo in carica, vista la congiuntura, e per tenere i conti pubblici in ordine, sta comunque prendendo tempo per adottare interventi in tale direzione; in particolare, secondo quanto dichiarato dal Ministro Sacconi, appena ci sarà la possibilità si tornerà al “vecchio” sistema delle deduzioni fiscali che saranno in grado di avvantaggiare i nuclei familiari più numerosi secondo quella logica del “quoziente familiare” di cui si parla da tempo ma che ancora in Italia non può trovare applicazione.