In Lombardia nei giorni scorsi un altro Comune è diventato “caccia-evasore”. Trattasi, nello specifico, del Comune di Como che giovedì scorso, 21 ottobre 2010, ha siglato il “patto antievasione” con la Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate che attiva, in materia di accertamento tributario, la partecipazione tra i due Enti. A seguito della stipula di una apposita convenzione, quindi, anche il Comune di Como potrà andare ad incassare, in funzione delle segnalazioni qualificate pervenute al Fisco, il 33% delle maggiori imposte che saranno recuperate dall’Agenzia delle Entrate a titolo definitivo. Le segnalazioni qualificate, lo ricordiamo, sono delle situazioni anomale inviate dai Comuni al Fisco, a seguito di un’attività di controllo e scambio di informazioni e di dati con le Entrate, con i dipendenti comunali che si occupano di tale attività che, tra l’altro, può far leva sul know-how dell’Amministrazione finanziaria dello Stato nell’attività di controllo.
Allo stesso modo di come avviene tra il Fisco e gli altri Comuni “caccia-evasori”, anche quello di Como, nell’ambito della convenzione firmata da un lato da Stefano Bruni, Sindaco della Città, e dall’altro da Michele Garrubba, Direttore provinciale delle Entrate, potrà acquisire dal Fisco, attraverso il canale telematico Siatel, dati ed informazioni inerenti le utenze, le dichiarazioni di successione, ma anche le registrazioni di atti e le dichiarazioni dei redditi.
Queste informazioni saranno incrociate con quelle a disposizione dell’Amministrazione comunale al fine di individuare situazioni potenzialmente evasive nel campo e nei settori del commercio, libere professioni, edilizia e territorio, immobiliare, ma anche sulle residenze fittizie all’estero senza tralasciare situazioni di contribuenti che, a fronte di un dato reddito dichiarato al Fisco, nella realtà hanno una capacità contributiva decisamente più elevata. Il patto antievasione, stipulato dall’Agenzia delle Entrate oramai con molti Comuni d’Italia, sta dando buoni frutti con casi eclatanti di piccoli Comuni che, con poche segnalazioni qualificate, sono riusciti di recente a permettere al Fisco di recuperare importi rilevanti.