L’accordo del 22 aprile alla presenza del prefetto Nunziante – afferma Coldiretti – il quale potrà testimoniarne il carattere volontaristico, riguarda una storica consuetudine di “conto deposito a parola” che regola i rapporti fra commercianti e produttori nel 90% dei casi. Ci chiediamo se non sia colpevole il comportamento di chi preferisce lasciare le cose così, oppure non sia opportuno stabilire delle regole chiare che evitino agli agricoltori di subire ricatti come accade ormai da mesi.
Forte l’asserzione di Coldiretti ma che molto probabilmente ottiene il plauso e l’appoggio di non pochi contadini. Ma l’associazione non si ferma e continua in una lettera aperta:
Ci risulta che molti commercianti stiano chiamando i produttori con la formula del “o vendete oppure mi liberate il magazzino del vostro grano”, condizionandoli a svendere in un momento così delicato in cui si registrano prezzi di mercato fallimentari e con ancora il 40% di grano invenduto mentre continuano ad arrivare tutti i giorni navi stracolme di grano estero. la cosa più triste e raccapricciante è che l’assessore provinciale all’Agricoltura parla con le parole dei commercianti e degli industriali. Ci viene da dubitare se l’assessore Santarella stia in quel ruolo per tutelare i produttori o i commercianti? In tal caso cercheremo di convincere il presidente della Provincia a conferirgli la delega al commercio piuttosto che all’agricoltura.
Attualmente i contadini devono pagare ai commercianti titolari di deposito un «corrispettivo per prestazione di servizio», il cui costo stabilito é di 2 euro il quintale. Costo che secondo l’accordo raggiunto in Prefettura il 22 aprile scorso permette quindi agli agricoltori di mantenere nei silos (di proprietà dei commercianti) il grano invenduto. Intanto la Sezione economica del grano duro, che é organo di studio ed approfondimento tecnico di Confagricoltura Foggia, si è riunita nei giorni scorsi per affrontare la gravità della situazione in cui versa il settore cerealicolo.