Quando si valicano le Alpi, si trovano spesso notizie interessanti dal punto di vista fiscale: i nostri cugini d’Oltralpe, in particolare, sono spesso protagonisti di vicende significative. Dopo l’annuncio di fine ottobre, secondo cui la Francia avrebbe tassato birre ed energy drink, ecco che i transalpini fanno nuovamente parlare di loro. Stavolta, si tratta della cosiddetta “tassa sulla Nutella”, un nome esemplificativo che riguarda uno dei principali ingredienti della celebre crema alla nocciola spalmabile della Ferrero. In effetti, il Senato francese ha appena approvato un emendamento che prevede l’aumento della tassazione (fino al 300%) per quel che concerne l’olio di palma.
Lo Stato può in questo modo riordinare le proprie casse, lanciando un segnale ben preciso alle industrie agroalimentari. In pratica, il messaggio consiglia di evitare l’olio di palma per ottenere la Nutella, privilegiando altre composizioni che siano meno dannose per la salute dei consumatori. Il problema principale dell’olio di palma consiste essenzialmente negli effetti nocivi che provocherebbe sia alla salute umana che all’ambiente, visto che per ottenerlo si intensifica, e non poco, la deforestazione. Con questo emendamento, vi sarà un contributo aggiuntivo di ammontare pari a trecento euro per ogni singola tonnellata di prodotto, un costo in più che va accostato alla tassa speciale che è già prevista per gli oli di palma, quelli di copra e gli altri simili che sono destinati all’uso alimentare.
Volendo essere ancora più precisi, per olio di copra si tratta di quasi 108 euro per ogni tonnellata, mentre l’olio di palma esige 98,74 euro. Il prodotto sfruttato dalla Francia per l’alimentazione è pari a 126mila tonnellate complessive, ovvero due chilogrammi l’anno per abitante. Il gettito in questione dovrebbe dunque aggirarsi attorno ai quaranta milioni di euro. Anche i consumatori dovranno confrontarsi con prezzi rinnovati, visto che si parla di trenta centesimi in più per il vaso da cinque chilogrammi (il peso massimo).