La Francia vara la tassa sulle transazioni finanziarie

In Francia si comincia a fare davvero sul serio per quel che concerne la tassazione delle attività finanziarie: il governo guidato da Nicolas Sarkozy aveva infatti espresso questo desiderio da diverso tempo e proprio ieri sera è giunto il via libera definitivo alla tassa in questione da parte dell’Assemblea Nazionale. Come verrà strutturata nello specifico questa imposta? L’applicazione riguarderà, come è scontato che sia, il solo territorio della nazione transalpina, il tutto a partire dal prossimo mese di agosto, anche se la speranza nutrita da Parigi è quella di implementare una simile disciplina in tempi ancora più rapidi, in modo da fornire un modello da seguire in altri paesi.
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Il tributo, inoltre, dovrebbe essere in grado di assestare in maniera adeguata il bilancio nazionale, con una aliquota fissata in 0,1 punti percentuali e che andrà a colpire gli scambi di titoli azionari relativi a quelle società che presentano una capitalizzazione di Borsa superiore a un miliardo di euro; in aggiunta, la sede delle compagnie coinvolte e appena menzionate si dovrà trovare sempre in Francia.

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L’aliquota, poi, scenderà, e di parecchio, nel caso di quei prodotti e strumenti finanziari che vengono solitamente bollati come “speculativi”: si tratta, solo per citare alcuni esempi dei famigerati hedge fund o dei Credit Default Swap, i quali assicurano gli investitori dai rischi di bancarotta di una determinata nazione (la percentuale sarà pari allo 0,01%). Certo, si tratta solamente di un inizio e molte cose andranno perfezionate, ma il sistema sembra promettente. È in fase di studio anche una tassa di stampo europeo, la quale, quando sarà pronta ed efficiente, andrà a sostituire proprio l’imposta a cui si sta facendo riferimento. Il gettito previsto su tutti i tipi di transazioni finanziarie contemplate è stato stimato in sette miliardi di euro, una cifra senza dubbio interessante per molte casse statali.