Gb: tassa sui bonus aumenta gettito fiscale

Una sorta di Roobin Hood: togliere ai ricchi per dare… allo Stato, se poi lo Stato offre i servizi ai cittadini allora la somiglianza con il famoso personaggio aumenta. Stiamo parlando della tassa una tantum sui bonus dei top manager imposta dal governo inglese , che è stata, almeno in termini di entrate fiscali, un vero e proprio successo.

Le casse dello stato infatti hanno visto un flusso di entrate pari a circa 2 miliardi di sterline, che hanno potuto finanziare buona parte del pacchetto di misure di stimolo economico (da 2,5 miliardi) annunciato in questi giorni dal cancelliere allo Scacchiere Alistair Darling.

Situazione analoga in Francia, ma le conseguenze si fanno sentire: più della metà dei banchieri e dei manager finanziari che esercitano a Parigi minacciano di andare via dalla Francia. Se il governo deciderà di prorogare i termini del prelievo fiscale straordinario sui bonus applicato nel 2009 questa “minaccia” potrebbe diventare realtà.

Lo hanno pensato ben il 58% dei banchieri (secondo un’indagine di eFinancialCareers.fr): la loro meta preferita è la City londinese (nel 37% dei casi), ma c’è anche chi punta a trasferirsi a Ginevra (23%) e a New York (21%).

Ma anche a Londra non c’è una tassa simile? Questo è vero, ma i bonus pagati nel Regno Unito sono in media sensibilmente più alti rispetto alla Francia. La differenza sta quindi nell’ammontare dei bonus pagati a Londra, molto più alti di quelli di Parigi. I supermanager quindi iniziano a tremare o decideranno tranquillamente di emigrare verso zone più favorevoli? Se solamente alcuni Paesi decideranno di adottare misure per contenere i premi assegnati a dirigenti e manager, ovviamente potrebbe scatenarsi una fuga dei dirigenti e soprattutto dei capitali.

Secondo gli analisti, quella della migrazione dei manager delle banche non fa che aumentare il problema dei bonus, spostandolo da un paese all’altro. Aumentano sempre più glistudiosi che auspicherebbero piuttosto, una regolamentazione internazionale.