Il Fisco italiano dimostra di avere a cuore i giovani talenti più brillanti del paese che si sono però visti costretti ad emigrare all’estero per le loro ricerche: questo interesse emerge in modo piuttosto chiaro da uno specifico testo normativo, la legge 238 del 2010 (“Incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia”), la quale prevede appunto dei benefici tributari interessati per i laureati che non hanno oltrepassato il limite dei quaranta anni di età e che hanno maturato esperienze di rilievo in altre nazioni. A chi è destinata questa legge dunque? Il riferimento temporale è il 20 gennaio 2009: a quella data i soggetti interessati dovevano essere cittadini dell’Ue, essere nati dopo il 1° gennaio del 1969, aver avuto la residenza continuativa di due anni nel nostro paese, possedere una laurea e aver intrapreso un lavoro autonomo o d’impresa nonostante il domicilio in trasferimento.
Le categorie professionali non sono ancora ben note, comunque bisognerà attendere un decreto del ministero dell’Economia entro marzo con delle indicazioni più precise, in modo che l’agevolazione fiscale della nostra amministrazione finanziaria possa essere ben delineata. I bonus saranno comunque irrimediabilmente persi nell’ipotesi di un ritorno all’estero per quel che riguarda la residenza o il domicilio prima dei cinque anni successivi alla fruizione.
Inoltre, lo sconto in questione non può essere applicato nel caso di ricercatori o di docenti che risiedono all’estero e che sfruttano già gli incentivi per il rientro e il credito d’imposta relativo al Mezzogiorno; lo stesso discorso vale anche per i lavoratori a tempo indeterminato delle amministrazioni pubbliche. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che l’operazione prevede un taglio della base Irpef pari all’80% per le donne e al 70% per gli uomini, una riduzione che durerà fino al 2013. La richiesta da parte dei contribuenti dovrà avvenire attraverso il loro datore di lavoro, il quale potrà porre in essere le relative ritenute d’acconto.