Con la legge di stabilità l’Esecutivo mira anche a risolvere, una volta per tutte, il nodo relativo al pagamento Irap di piccole imprese e professionisti. Al momento vi sono due tipi di possibilità per definire la questione, una è quella di chiarire una volta per tute cosa significhi autonoma organizzazione e un’altra è quella di stabilire l’importo massimo dei beni strumentali che fanno rientrare la ditta all’interno del novero di quelle per cui l’Irap è dovuta.
Sino ad ora la materia è stata più che altro oggetto di contenzioso e si è demandato al giudice lo stabilire in quali casi occorra effettuare il pagamento e in quali no. Adesso la soluzione potrebbe proporla direttamente il Governo visto che in materia di Irap ha già introdotto degli sgravi e delle esenzioni per assumere nuovi dipendenti e visto che è stato introdotto un fondo atto a tamponare la perdita di gettito Irap dovuta all’esenzione di piccoli imprenditori e professionisti.
La soluzione tuttavia non appare quella di esonerare dal pagamento esclusivamente i soggetti che hanno un certo ammontare di beni strumentali. Infatti occorrerà anche stabilire in quali casi un lavoratore all’inizio della sua attività lavorativa, ad esempio un giovane avvocato, sia esonerato dal pagamento dell’imposta sulle attività produttive, anche se è in possesso di un ingente numero di beni.
Sul tavolo degli addetti ai lavori vi sono quindi molteplici soluzioni per risolvere la matassa inerente l’Irap dei piccoli imprenditori. Sicuramente occorrerà tenere conto del tipo di attività (in modo tale da non discriminare i soggetti che utilizzano apparecchiature costose) e se la presenza di collaboratori o dipendenti faccia scattare o meno l’esenzione Irap. Tuttavia la ricerca di soluzioni deve comunque fare i conti con le risorse stanziate in materia. Ad esempio occorrerà dapprima verificare se sia confermata o meno la dotazione del fondo per l’esonero Irap (248 milioni nel 2014 e 292 milioni di euro nel 2015).