Orologio indietro di circa 30 anni per quanto riguarda il numero degli immobili compravenduti nel 2012. L’agenzia delle entrate ha infatti diffuso i dati relativi alle compravendite fatte l’anno scorso e queste risultano circa 444 mila, poco più delle 430 mila del 1985. Insomma dati abbastanza sconfortanti, anche perché oltre al drastico ridimensionamento delle vendite vi è stato anche un arretramento notevole di mutui erogati, scambi di immobili e prezzi (leggi anche crollo mutui 2012)
Alla fine l’intero mercato immobiliare del 2012 ha fatto registrare appena 993 mila transazioni e quindi 330 mila unità in meno rispetto al 2011 con un calo percentuale pari al 24,8 % in un anno. Il calo drastico ha riguardato tutti i settori: i capannoni hanno avuto un calo pari al 19,7 % rispetto al 2011, le compravendite di negozi del 25 per cento circa, gli uffici addirittura del 26,6 %. Il settore ha fortemente risentito della drastica contrazione in materia di erogazione di mutui: il totale di erogazioni è crollato passando dai 34,3 miliardi di euro nel 2011 ai 19,6 miliardi di euro nel 2012 ( con un calo di oltre 40 punti percentuali).
Cali, anche se tutto sommato contenuti, anche per quanto riguarda le quotazioni immobiliari. Catania perde circa 4 punti percentuali , ma alcune città, come Verona dove si è registrato un più 0,2 %, addirittura sono in positivo.
Insomma un tunnel senza uscita per ora sia che si considerino i dati in materia di erogazione di muti sia che si guardi alle compravendite. Le note positive sono molto rare e quasi tutte giustificate da circostanze eccezionali. Si prenda Napoli, dove le compravendite sono aumentate nel IV trimestre di circa il 19 %. Un dato positivo che si giustifica con il fatto che il Comune nell’ultimo periodo dell’anno ha dato mandato di vendere numerosi immobili municipali.
Gli esperti di settore non si sbilanciano ma sono in molti a presagire un futuro ancora negativo con probabili nuovi cali vistosi dei prezzi sopratutto in alcune zone. per la ripresa molto probabilmente occorrerà attendere il 2014, anno in cui si dovrebbe essere usciti fuori dalla crisi.
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