La Commissione Europea non approva pienamente l’Imu. Ad un mese dal versamento del saldo Imu, arriva una critica a livello comunitario, su quella che è la tassa più discussa introdotta dal Governo Monti, reintrodotta dopo l’abolizione dell’Ici. E non è la prima volta che l’UE dice la sua in tema di Imu, dopo l’approvazione dell’esenzione per la Chiesa.
Il portavoce del commissario Laszlo Andor, Jonathan Todd, ha dichiarato che la Commissione non ha affatto “bocciato” l’Imu, come ampiamente riportato dai telegiornali nella serata di ieri, in quanto il rapporto della Commissione sull’Occupazione e gli sviluppi sociali in Europa “riguarda la situazione nel 2006 e non la nuova tassa”. A provocare un “leggero aumento della povertà in Italia” non è stata l’Imu ma la vecchia Ici, anche se “l’impatto è stato molto contenuto (0,1 per cento) e molto inferiore a quello della tassa inglese sulla proprietà”.
Alla Commissione si aggiunge la voce di Giulio Tremonti, il quale ha proposto una class action per chiedere il rimborso Imu, una tassa definita incostituzionale per violazione degli articoli 3, 47 e 53 della Costituzione; secondo Tremonti ci sono stati diversi cambiamenti nei connotati dell’imposta decisi dal Governo tecnico.
La Commissione, come accennato, si è interessata alla reintroduzione dell’Imu. Nella nota ufficiale si legge che “le nuove tasse sulla proprietà non hanno un impatto sulle disuguaglianze in Estonia e Italia ed è previsto che determinino un leggero aumento della povertà in Italia”. Quindi la Commissione europea dichiara che l’Imu potrebbe provocare altre situazione di indigenza nel nostro Paese, anche se comprende alcuni aspetti di equità e altri potrebbero essere “migliorati per aumentarne la progressività”.
Gli aspetti ai quali si fa riferimento sono l’aggiornamento dei valori catastali, le deduzioni non legate alla capacità dei contribuenti a pagare le imposte sul reddito e una definizione di residenza principale e secondaria.
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