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Imu per la Chiesa?

 Milioni di italiani dovranno a breve fare i conti con la seconda e la terza rata dell’IMU; la nuova tassa sugli immobili (che tanto nuova alla fine non è) ha diviso il governo ed ha invece unito i cittadini italiani nella protesta, che però non ha “salvato” dal pagamento della tassa.

Insieme alla discussione sull’IMU su internet si era acceso anche il dibattito relativo alla Chiesa, e le due argomentazioni continuano ad andare a “braccetto” sia sulle testate specializzate on-line, sia su Facebook, dove la protesta della pagina “Vaticano pagaci tu la manovra finanziaria”  prosegue senza pause. Nonostante anche il Governo è stato sensibilizzato sull’argomento, l’iter burocratico si conclude con un nulla di fatto e scoppia la polemica.

I giornali di qualche mese fa’ dichiaravano che la Chiesa avrebbe finalmente pagato l’IMU, ma in realtà al giorno d’oggi i regolamenti relativi al pagamento della tassa per gli enti religiosi sono spariti.

In sostanza quello che manca è l’atto amministrativo che differenzia le attività totalmente “no profit” da quelle commerciali e quindi sottoposte alla tassazione del Fisco. Secondo le stime il gettito che deriverebbe da una posizione fiscale ordinaria degli immobili “di culto” si attesta a 600 milioni di euro, cifra importate visto il momento di grande pressione fiscale. Nonostante questo non c’è alcuna volontà, ancora una volta, di sistemare i rapporti con la Chiesa rendendoli equi e solidali ed ancora una volta lo Stato Italiano sembra succube dello Stato Pontificio, che negli anni è riuscito ad affermarsi come uno dei più ricchi del Mondo senza minimamente essere sfiorato dalla crisi.

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