L’Agenzia delle Entrate ha diffuso i primi dati relativi al gettito dell’IMU; da una prima lettura emerge immediatamente come la Provincia di Roma sia quella che ha raccolto più entrate dalla prima rata della nuova tassa, con circa 1 miliardo di euro (che equivalgono a Milano e Torino insieme). Il gettito totale invece è pari a 9,6 miliardi di euro con la raccolta di Giugno, di cui 3,95 vanno allo Stato mentre il resto rimane ai comuni.
E sono proprio i comuni che ora devono fare i conti; la situazione generale anche se sembra buona, visto che le entrate per lo Stato e per le amministrazioni locali ci sono state, non è così semplice e vi sono casi in cui le entrate non hanno soddisfatto i minimi attesi. Anche se si tratta di un’entrata “nuova” rispetto agli anni precedenti in cui l’ICI era stato abolito, se un gettito è atteso e non viene poi effettivamente riscosso i conti dei comuni non quadrano più e bisogna correre ai ripari. A Brescia ad esempio le entrate sono state inferiori alle attese; la modifica dell’aliquota da parte dei comuni può aver contribuito a creare questo problema, ma sta di fatto che opere pubbliche ed altre spese in programma sono state tagliate immediatamente per far fronte ai nuovi numeri reali.
In ogni caso già si parla della nuova “stangata” per gli italiani, che invece indipendentemente dal comune di residenza hanno sentito pienamente la nuova tassa; si vocifera già di un aumento sostanzioso per la seconda rata che potrebbe addirittura aggirarsi intorno al 100% di incremento. E si tratta dell’aspettativa più positiva. Questo aumento sarebbe la diretta conseguenza dei tagli alle amministrazioni locali, visto che comunque i comuni dovranno recuperare i soldi in qualche modo e l’unico attualmente disponibile è agire sulle aliquote dell’IMU, assumendosi la piena responsabilità dell’aumento di fronte ai cittadini.