Continuano a crescere, nelle casse dell’Inps, Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, le riscossioni. Nei primi cinque mesi del corrente anno, infatti, c’è stato un incremento di 1,9 miliardi di euro pari a +3,8%; nel dettaglio, si è passati dai 49,9 miliardi di euro del periodo gennaio-maggio del 2010, ai 51,8 miliardi di euro dei primi cinque mesi del corrente anno. L’aumento, in accordo con quanto recita una nota dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, è superiore anche agli obiettivi di incasso preventivati per cui è stata stimata una crescita degli incassi dell’1,5%. L’aumento del 3,8% da gennaio a maggio del 2011 è frutto dell’incremento del 4,7% per gli incassi da contribuzione per le aziende, mentre è aumentato del 3,8% per i co.co.pro., ovverosia per i collaboratori coordinati e continuativi con contratto di lavoro a progetto. Inoltre, includendo anche gli incassi dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale derivanti dalle attività di recupero dei crediti contributivi, il bilancio della riscossione nei primi cinque mesi del corrente anno sale a quasi 54 miliardi di euro a fronte dei 52,1 miliardi di euro del periodo gennaio-maggio del 2010.
Secondo quanto dichiarato da Antonio Mastrapasqua, Presidente dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, l’aumento dei contributi pagati, in prevalenza da parte delle aziende, indica che i lavoratori sono tornati a lavorare e, quindi, si tratta di un segno di una sensibile ripresa dell’economia italiana.
A conferma di ciò, tra l’altro, nei giorni scorsi proprio l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale ha comunicato gli ultimissimi dati relativi al cosiddetto tiraggio della cassa integrazione. Ebbene, il tiraggio è sceso sotto il 40%, il che significa che le imprese continuano ad utilizzare sempre meno ore di cassa integrazione rispetto a quelle che, su richiesta, vengono loro autorizzate. Inoltre, continua ad essere buona anche la dinamica delle domande di mobilità e di disoccupazione, che continuano mese dopo mese ad attestarsi in calo.