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L’Inps esclude alcuni pensionati dalla riduzione contributiva

 Il messaggio numero 20028 è stato pubblicato nel corso della giornata di ieri dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps): l’oggetto scelto in questo caso ha riguardato i pensionati che appartenevano a diverse gestioni, vale a dire quella dell’Ipost (Istituto Postelegrafonici), dell’Inpdap (Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica) e dell’Enpals (Ente Nazionale di Previdenza e di Assistenza per i Lavoratori dello Spettacolo e dello Sport Professionistico). Volendo essere ancora più precisi, l’ente previdenziale si è rivolto a quei soggetti che hanno un’età superiore ai sessantacinque anni e che sono iscritti presso le gestioni degli artigiani e degli esercenti attività commerciali.

In pratica, si è fatto espresso riferimento alla riduzione dal punto di vista contributivo che è prevista dal quindicesimo comma dell’articolo 59 della Legge 449 del 1997 (“Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica”). Ebbene, il Ministero del Lavoro ha deciso di non ritenere applicabile l’agevolazione di questo taglio contributivo, pari al 50% per la precisione e destinato ai lavoratori autonomi già pensionati che sono appena stati descritti. La contribuzione di queste persone va dunque riscossa in maniera integrale, con le domande per ottenere il beneficio che verranno puntualmente respinte, tra cui anche quelle che sono già state presentate o che non sono definite. Sarà ora compito dello stesso Inps comunicare ai diretti interessati quali sono le modalità di recupero degli importi che sono stati sfruttati in maniera indebita.

Il comma della legge parla chiaramente dell’aumento delle aliquote contributive (+0,8%) per quel che riguarda il finanziamento delle gestioni pensionistiche: l’effetto in questione ha avuto inizio a partire dal 1° gennaio del 1998. Tra i lavoratori autonomi presi in considerazione bisogna ricordare senza dubbio gli scultori, i tornitori a mano, i pittori, i decoratori e i rifinitori residenti in zone di montagna che sono soliti svolgere le loro attività in forma di ditta individuale. La speranza è che non si crei altra confusione sulla loro gestione pensionistica.

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