L’INPS si rivolge ai pensionati durante la giornata di oggi chiedendo la restituzione da parte di 200 mila soggetto delle quattordicesime pagate nel 2009. La somma in questione è enorme e la spiacevole sorpresa arriva a distanza di anni, quando quei soldi sono ormai stati incassati, spesi e dimenticati.
Secondo l’INPS stesso ci sarebbero stati degli errori di valutazione sulle dichiarazioni accettate. Il ritardo nella rilevazione degli errori fiscali sono stati spiegati così dal presidente stesso dell’INPS:
La quattordicesima e’ una bella iniziativa ma non puo’ percepirla chi non ne ha diritto. Duecentomila persone hanno presentato dichiarazioni sbagliate: noi possiamo verificarle solo quando l’Agenzia delle Entrate rende disponibili i loro redditi per poi poter incrociare i dati. Per questo l’accertamento viene fatto quando questa somma e’ gia’ stata versata. I pensionati che hanno indebitamente percepito la quattordicesima – ha concluso Mastrapasqua – dovranno restituirla. L’Inps si incontrera’ con i rappresentanti delle categorie per trovare il modo migliore di effettuare le trattenute cercando di salvaguardare le fasce piu’ deboli
La bufera è arrivata e la politica si mette in mezzo; il PD chiede che il Governo fermi la restituzione delle somme pagate (anche se frutto di un errore nelle dichiarazioni, il tempo passato ormai è eccessivo) mentre l’IDV presenta un’interrogazione con Elio Lannutti, che commenta:
La previdenza non è mai provvidenza e se ne accorgeranno presto i 200mila pensionati a basso reddito costretti dall’Inps a restituire la 14esima percepita nel 2009. È un’ingiustizia, un altro pasticcio di un Paese che difende le pensioni d’oro o i 25 incarichi di Mastrapasqua (presidente dell’Inps) e bastona chi supera, anche di poco, la soglia minima. Il governo, che fino adesso ha infierito solo sulle fasce più deboli, si adoperi immediatamente per fermare questa ennesima vergogna. Accanirsi sui pensionati è davvero intollerabile, visto che il diritto alla quattordicesima mensilità, riconosciuta dal governo Prodi, rappresenta una parziale risposta ai pensionati per garantire loro il recupero del potere d’acquisto delle pensioni ferme al 1992. Per questi motivi, l’Idv chiede all’esecutivo se sia legittima la procedura adottata dall’Inps per la recuperabilità di tale credito e se nell’operazione di recupero l’Inps può intaccare il trattamento minimo. Tra l’altro, vogliamo sapere se l’ente abbia rispettato o meno i termini di accertamento dei redditi previsti dalla legge. Chi ha sbagliato, paghi. E a sbagliare non sono stati certo i pensionati, che non riescono neanche ad arrivare a fine mese
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