Con l’inizio del nuovo anno è entrato in vigore anche un importante accordo dal punto fiscale che ha visto coinvolti l’Unione Europea e la Città del Vaticano per la stipula della nuova Convenzione monetaria: si tratta di un’intesa che era già stata approvata sul finire del 2009 e che provvede a sostituire il precedente testo che risaliva al 2000 e che aveva introdotto l’euro come valuta ufficiale dello Stato pontificio. Quali sono i contenuti esatti di questa convenzione? Anzitutto, spicca subito, tra le novità principali, l’innalzamento fino alla soglia dei 2.300.000 euro del valore nominale di massa monetaria che lo Stato in cui risiede il Papa potrà coniare; in effetti, il passato valore era addirittura la metà di quello attuale (1.074.000 euro). Un’altra importante novità consiste nella destinazione a circolazione di almeno il 51% della moneta vaticana, visto che in precedenza essa era utilizzata soprattutto a fini di collezionismo. Inoltre, verrà anche istituito un apposito Comitato misto, che avrà il compito di verificare l’esatta applicazione dell’accordo monetario.
Dal punto di vista bancario e sul fronte dell’evasione fiscale, bisogna poi sottolineare il recepimento da parte del Vaticano delle normative europee sulla trasparenza, in particolare per quel che concerne la lotta al riciclaggio e alla falsificazione delle banconote. È abbastanza noto che l’unico istituto di credito ad operare in territorio pontificio è lo Ior (Istituto Opere di Religione), il quale partecipa in maniera indiretta ai sistemi di pagamento dell’eurozona attraverso il fondamentale sostegno delle banche di nazionalità tedesca e italiana.
L’impegno che è stato assunto in questa convenzione che stiamo esaminando riguarda le politiche di collaborazione della banca vaticana: il leader dell’istituto, Ettore Gotti Tedeschi (in carica da pochi mesi dopo la lunga gestione di Angelo Caloia) , partecipa infatti insieme alla Banca d’Italia per l’attuazione della normativa comunitaria e internazionale e per la tutela dei diritti di tutti i correntisti.
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