Parlare di tasse è sempre un argomento che scalda gli animi in Italia. L’evasione, secondo le ultime rilevazioni del Centro Studio Confindustria, si aggira oggi intorno ai 125 miliardi di dollari. Valori molto alti, nonostante i buoni risultati della lotta all’evasione. L’economia sommersa risulta così pari al 20% del Pil. Uno studio del Centro sulle scienze sociali di Berlino ha messo in relazione la fedeltà fiscale con il patriottismo dei cittadini. Secondo Kai A. Konrad e Salmai Qari i due fattori vanno di pari passo e sono direttamente proporzionali. Sembra che i paesi che sono riusciti a coltivare l’attaccamento alla patria, soprattutto gli Stati Uniti, sono anche quelli in cui il fenomeno dell’evasione e del sommerso sono meno diffusi, quindi meno ostentata. E su questo argomento ha voluto dire la sua, il presidente dei vescovi, card. Angelo Bagnasco.
In qualunque campo, quando si ricoprono incarichi di visibilita’, il contegno e’ indivisibile dal ruolo – ha ricordato, nella prolusione con cui ha aperto i lavori del Consiglio permanente della Cei – quando le risorse si fanno piu’ misurate, anche gli sprechi e il lusso ostentato diventano meno tollerabili. Bisogna comprendere che se si ritardano le decisioni vitali, se non si accoglie integralmente la vita, se si rinviano senza giusto motivo scadenze di ordinamento, se si contribuisce ad apparati ridondanti, se si lasciano in vigore norme non solo superate ma dannose, se si eludono con malizia i sistemi di controllo, se si falcidia con mezzi impropri il concorrente, se non si pagano le tasse, se si disprezza il merito… si e’ nel torto, si cade nell’ingiustizia.
Lo scopo di ogni partecipazione politica e’ proprio la giustizia, e per questo occorre produrre lo sforzo necessario – ha concluso il card. Bagnasco – per superare la logica del favoritismo, della non trasparenza, del tornaconto e la Chiesa non manchera’ moralmente di contribuire.
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