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L’Istat adegua gli indici di riferimento per l’assoggettamento all’Irpef

 Sono stati aggiornati e modificati i valori di beni e servizi ritenuti indicativi della capacità contributiva delle persone fisiche: il cambiamento è avvenuto a seguito delle variazioni percentuali che sono state apportate dall’Istat e verranno utilizzati per determinare la capacità contributiva in maniera sintetica. L’adeguamento degli indici e dei coefficienti contributivi di reddito ai fini dell’applicazione dell’Irpef va effettuato ogni due anni sulla base della rivalutazione dei prezzi effettuato dall’Istituto nazionale di Statistica; la variazione stimata dall’istituto nel periodo che va da giugno 1992 a giugno 2008 è stata in aumento del 56,2%. I beni che ora andranno maggiormente sotto la luce dei riflettori sono soprattutto quelli considerati come “di lusso” (aeromobili, imbarcazioni, assicurazioni, roulotte e collaboratori familiari solo per fare qualche esempio).

 


Le ragioni alla base delle scelte dell’Istat sono molto semplici: si presuppone infatti che, per sostenere determinate spese, le entrate che devono essere assoggettate ad Irpef non possono essere più basse di certi importi. Ma bisogna precisare che l’applicazione del cosiddetto “redditometro” è molto più complessa e non si basa esclusivamente sul valore dei beni sopracitati; è infatti necessario tener conto di alcuni fattori, tra cui il periodo di disponibilità del bene e il suo eventuale uso promiscuo. Il passo successivo a quello in cui si è stabilito quale importo riferire al bene è quello in cui si moltiplica la cifra ottenuta per il coefficiente elencato nella tabella (tutti i coefficienti sono pubblicati sul sito dell’Agenzia delle Entrate), ma non è finita qui: bisogna anche effettuare tutte le necessarie operazioni di scorporo, quindi solo l’importo più elevato viene calcolato al 100%.

 

La tabella attuale ha dunque sostituito quella precedente, relativa al periodo 2006-2007: tra le modifiche più importanti possiamo citare quella relativa agli aerei da turismo, ai quali viene attribuito ora un costo di 226,68 euro per ora di volo (rispetto ai 214,64 euro di due anni fa) e quella che concerne il valore per una roulotte (si passa da 840,22 euro a 887,38 euro).