Nel 2012 la pressione fiscale arriverà in media al 44,7 per cento del reddito, e gli italiani pagheranno 35 miliardi in più rispetto al 2011. Ogni famiglia pagherà circa 1.450 euro in più e se calcoliamo il periodo dal 2001 al 2012, l’aumento delle tasse è stato di 103 miliardi di euro.
In media quasi 9 miliardi di euro in più ogni anno dal 2001 al 2012, dovuti soprattutto all’entrata in vigore delle manovre fiscali e finanziarie che hanno aumentato la pressione fiscale di ben 3,4 punti percentuali. Inoltre al nostro Paese spetta anche il primato mondiale sull’economia sommersa che equivale al 17,5 per cento del Pil anche se presenta una leggera tendenza al calo, visto che nel 1998 era addirittura al 20 per cento.
Il risultato spiega che le maggiori entrate dovute alle manovre rappresentano oltre la metà dell’aumento complessivo e che l’aumento della pressione fiscale di 3,4 punti porta a quasi 5 punti il divario rispetto al resto d’Europa, posizionando l’Italia al terzo posto (dopo Danimarca e Svezia) fra i 27 paesi dell’Unione Europea.
Ciò significa che se il livello di prelievo italiano fosse uguale a quello medio europeo, ogni famiglia italiana disporrebbe di un reddito aggiuntivo di 3.400 euro, ossia quasi 10 euro al giorno.
L’anno prossimo poi si conterà l’aumento Iva di un punto percentuale che porterà a un crollo dei consumi e una stagnazione per la nostra economia, e ogni famiglia si vedrà caricata di circa 380 euro in più.
Confesercenti chiede una svolta, dichiarando: “Non è accettabile che nelle manovre il fisco abbia pesato per il 70 per cento, mentre i tagli alla spesa pubblica solo per il 30 per cento. Questo ci spinge a chiedere di sbarrare al più presto la strada che porta a nuove tasse, mentre va spalancata quella che conduce alla riduzione della spesa pubblica. La pressione fiscale è insostenibile.
Aspettiamo che i partiti si impegnino a intervenire sui i tanti sprechi e privilegi”.
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