La lotta all’evasione fiscale è una delle priorità su cui è tornato a insistere il nostro governo: non è un caso, quindi, che la vacanza in svizzera del premier Mario Monti sia stata anche l’occasione per un importante incontro con Eveline Widmer-Schlumpf, ministro delle Finanze della confederazione elvetica. In effetti, l’obiettivo dell’esecutivo tecnico è diventato quello di imporre una tassa piuttosto forte sui conti depositi degli italiani, mantenendo comunque intatto la privacy e l’anonimato. In questa maniera potrebbero forse essere recuperati i circa trecento miliardi di euro che ogni anno sono sottratti al Fisco.
Il vertice in questione ha ovviamente approfondito temi come l’attuale e difficile situazione economica internazionale, oltre alle sfide che aspettano l’Unione Europea. Il contrasto all’evasione delle tasse viene finalmente visto come il mezzo più idoneo e giusto per riassestare la situazione, ma per il momento si parte in modo graduale, tanto che si attende un recupero compreso tra i dieci e i quindici miliardi di euro, non tutti ricollegabili alla Svizzera. Quando si potrà concretizzare questa imposta? Di soluzioni simili si è sentito parlare in più di una occasione, eppure l’evasione è rimasta un problema di complicata risoluzione. Berna e Roma sembrano ora concordi sulle priorità su cui focalizzare l’attenzione e si spera che tutto non rimanga allo stato di semplice ipotesi.
Le prime proposte concrete, comunque, saranno formalizzate soltanto nel corso della stagione autunnale, quindi i tempi sono brevi, ma c’è ancora da attendere. Il confronto costruttivo, soprattutto in ambito tributario, può risultare determinante per risolvere il problema dei cosiddetti “frontalieri”. In pratica, le relazioni fiscali e finanziarie tra Italia e Svizzera necessitano di una schiarita, dato che sono ben venti anni che ci si porta dietro problematiche di questo tipo, ragione per cui è giunto il momento di intervenire con più decisione se non si voglio rischiare altri buchi nell’acqua come in passato.
Le trattative sono in corso, l’offerta svizzera è per il cosiddetto accordo “Rubik”, in pratica le banche svizzere svolgerebbero il ruolo di esattrici fiscali in favore dell’Italia conservando, evidentemente, il cosiddetto segreto fiscale.. La Svizzera chiede però di regolare cinque pendenze fra i due Paesi. Essenziale il togliere la Confederazione dalla black list italiana. Altrimenti niente firma. Monti in ogni caso non è cpnvinto dell’operazione. Ma è un affare italiano. La Svizzera ha in ogni caso preso in contropiede un po’ tutti… Da svizzero: bene così.