Nel corso della riunione del G20 tenutasi a Città del Messico, il ministro italiano dell’Economia Vittorio Grilli ha confermato che l’Italia sta lavorando per un trattato fiscale con la Svizzera, da attivare possibilmente entro la fine di quest’anno.
Le discussioni su questo trattato iniziarono nel maggio di quest’anno, con un gruppo di lavoro bilaterale. Fino ad ora sono stati organizzati due incontri tra il presidente svizzero Eveline Widmer-Schlumpf e il primo ministro italiano Mario Monti a giugno e agosto di quest’anno, mentre il Consiglio federale ha adottato un mandato che fissa i punti essenziali su cui si ritiene che le trattative dovrebbero basarsi.
Come ormai confermato anche da Grilli, tra le parti si parla di un accordo sulla regolarizzazione delle attività detenute in Svizzera da contribuenti non residenti e l’introduzione di una ritenuta alla fonte sui redditi ottenuti da investimenti, come è già stato concluso dalla Svizzera con Germania, Regno Unito e Austria che prevedono un’aliquota una-tantum sui capitali esportati senza darne notizia al fisco e uno schema di ritenuta a regime sui guadagni da capitale.
Il Governo cerca una formula per tassare i capitali non dichiarati dagli italiani e depositati nelle banche svizzere per sfuggire al fisco in modo tale da recuperare gettito, senza violare le regole di trasparenza e gli standard internazionali.
Le discussioni hanno riguardato anche le necessarie modifiche che dovrebbero essere apportate alla convenzione di doppia imposizione tra i due paesi, in particolare per quanto riguarda lo scambio di informazioni fiscali.
Ad oggi, lo stato di avanzamento dei negoziati è più lento del previsto. Tuttavia, ora sembra che i contatti si stiano intensificando, con vari incontri in programma nel breve termine.
“C’è da risolvere in qualche modo il pregresso e poi darsi nuove regole per ripartire verso il futuro, ci vogliono entrambi gli elementi per un accordo”, ha concluso il ministro.