Dai fumatori si può imparare la tolleranza: mai un fumatore si è lamentato di un non fumatore. Con queste parole l’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini descriveva una delle sue “passioni”. Ma gli italiani di oggi non la pensano alla stessa maniera e sono pronti a scagliarsi contro le sigarette, anche con i rimedi più estremi. In effetti, come è emerso chiaramente da uno degli ultimi sondaggi del quotidiano Il ritratto della salute News della Simg (Società Italiana di Medicina Generale), il 79% dei cittadini interpellati ritiene che la tassa sulle bionde sia uno dei mezzi più efficaci per contrastare questa piaga. Il campione preso in esame è inferiore alle quattromila unità, ma comunque è pur sempre significativo.
L’inasprimento fiscale potrebbe dunque essere sfruttato dalla sanità per migliorare le proprie infrastrutture, ma anche per prevenire stili di vita sbagliati. Il numero uno della società in questione, Claudio Cricelli, ha confessato come molti fumatori siano più propensi a ignorare il consiglio di interrompere quanto prima il vizio, ma spesso non bastano nemmeno le buone intenzioni. Basterà un balzello per risolvere un problema che si è tentato di contrastare in tutti i modi? Si può fare riferimento a quei paesi in cui un tributo simile esiste davvero.
Un esempio emblematico è quello degli Stati Uniti, dove le sigarette sono tassate sia a livello federale che statale. I risultati ottenuti negli anni sono stati incoraggianti, soprattutto per quel che concerne le percentuali di fumatori, ma i grandi colossi del tabacco ritengono tale misura dannosa, in quanto i prezzi dei pacchetti sono aumentati indipendentemente dall’introduzione delle tasse. Già lo scorso anno in Italia si dibatteva del medesimo problema, ma la tassa sulle sigarette fu accantonata per lasciare spazio ai ticket sanitari, una retromarcia ingranata dopo le critiche del settore, tabaccai in primis. Questo sondaggio potrebbe forse essere decisivo per una riflessione più approfondita.