Sulla base dei dati ISTAT l’AGI ha pubblicato oggi uno studio che fotografa il quadro generale delle famiglie italiane in relazione ai loro consumi. Quanto è cambiata la vita degli Italiani con la crisi? Quanto sono scesi i consumi? Su cosa si “tira la cinghia” e quali sono le prospettive di crescita? L’analisi dei dati risponde in parte ai quesiti del momento e rilancia la necessità di una crescita dell’economia per il rilancio dei consumi e l’avvio della ripresa.
La spesa delle famiglie italiane nel 2011 è stata pari a 2488 euro (+1.4% rispetto al 2010). Il 35,8% delle famiglie italiane ha diminuito la quantità e/o la qualità dei prodotti nel carrello; questo è l’effetto principale della crisi che da più di un anno ha investito l’Euro e messo a rischio i Paesi membri. Cambiano anche le abitudini; niente più colazione al bar per gli italiani, che si trasforma necessariamente nell’acquisto di beni come latte, caffè macinato e biscotti. Aumenta il consumo dell’olio di oliva e dei vini tipici, segno che anche pranzi e cene vengono consumati più volentieri tra le mura casalinghe, con un risparmio notevole rispetto ad un’uscita al ristorante.
Visti i dati raccolti si può affermare che la crisi ha cambiato e sta cambiando la cultura del Paese; anche se la situazione Italiana è ben distante da quella Greca o Spagnola, l’incisività del tracollo economico è tangibile ed ha cambiato radicalmente il volto del Paese e degli Italiani stessi. Ma il cambiamento non è per forza negativo; l’importanza dei nuovi accessori digitali sostituisce le esigenze degli italiani, che risparmiano sulle uscite per permettersi computer e dispositivi portatili, così come c’è un ritorno alla bicicletta nei grandi centri che fa’ risparmiare soldi e non solo.
La crisi comunque non ha ancora ridotto l’Italia ad uno Stato “pericoloso”, ed anche se i media spaventano i cittadini italiani il Bel Paese è ancora distante dal crollo finanziario e dopo essersi adeguati ai nuovi usi e costumi post-crisi sarà facile vedere il lato positivo del cambiamento.