A seguito della bocciatura dell’UE alla richiesta italiana di deroga per ampliare la Reverse Charge alla grande distribuzione, l’ammanco potrebbe essere compensato con il preannunciato aumento di Iva e accise sui carburanti.
Questo aumento viene procrastinato di sei mesi in virtù del decreto sugli enti locali varato dal Consiglio dei Ministri, il provvedimento prevede che gli aumenti si applicheranno a decorrere dal 2016.
L’incremento delle accise e dell’Iva è stato introdotto nella Legge di Stabilità 2015 con la clausola di salvaguardia anche se secondo l’UE tale norma non sarebbe in linea con l’articolo 359 sulle direttiva IVA.
Proprio per tale opinione dell’UE l’esecutivo italiano fino ad ora ha evitato di far scattare l’aumento automatico di accise e IVA auspicando che la copertura richiesta arrivasse dalla voluntary disclosure e in caso di necessità da acconti IRES e IRAP. Al momento non è stata trovata nessuna soluzione che vada a sopperire alla mancanza di liquidità ma il problema è stato soltanto rimandato alla prossima Legge di Stabilità di fine anno.
L’aumento dell’IVA dal 2016 è previsto dalla Legge di Stabilità 2015 nel caso non saranno centrati gli obiettivi di risparmi prefissati per il nostro Paese. Le aliquote IVA, potrebbero salite dal 10 al 13% e dal 22 al 25,5% nel 2018.
In conclusione, dunque, questa bocciatura dell’UE al Reverse Charge potrebbe portare ai tanti temuti aumenti dell’IVA e delle accise su gasolio e benzina.
Naturalmente, contribuenti e consumatori incrociano le dita e si augurano che ciò non si verificherà in quanto si tratterebbe di una spesa aggiuntiva che andrebbe a gravare ulteriormente sulle uscite e nelle tasche degli stessi.