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Iva estera, l’Ue proroga la scadenza al 31 marzo 2011

 Sono passati ormai dieci giorni dalla pubblicazione della Direttiva 66 dell’Unione Europea, una legge che contiene alcuni spunti interessanti dal punto di vista fiscale: in effetti, questo testo normativo è entrato nel merito dei rimborsi relativi all’Imposta sul Valore Aggiunto Estera, imponendo una proroga del termine temporale. Il riferimento va a quelle istanze che sono state presentate un anno fa e per le quali il differimento è valido dal precedente termine (30 settembre 2010) a quello attuale, il 31 marzo del 2011. Gli effetti della direttiva in ogni stato membro, compresa quindi anche l’Italia, si considerano attivi dallo scorso 1° ottobre, anche se occorre bene ricordare che il rimborso di questo particolare tipo d’imposta ha luogo soltanto nel caso in cui le attività siano nate da operazioni imponibili o simili. Il diritto, comunque, non può essere concesso quando sono stati acquistati beni o servizi per cui la nazione estera ha escluso di fatto il diritto alla detrazione tributaria

A quali adempimenti bisogna far fronte in questo caso specifico? Anzitutto, si deve precisare che dall’inizio di quest’anno i contribuenti italiani, e non solo, devono presentare una richiesta di rimborso dell’Iva estera all’Agenzia delle Entrate e per provvedere a ciò possono usufruire della modalità telematica; si tratta di una novità di rilievo, visto che in passato questa possibilità non era consentita e si poteva percorrere soltanto la via del formato cartaceo, mediante un documento da indirizzare allo Stato comunitario di riferimento. 
Pertanto, sia Entratel che Fisconline sono entrambi indicati come servizi telematici in questo senso; il Centro Operativo di Pescara ha invece il compito di controllare tutte le domande prima che esse pervengano alla nazione stessa. Infine, c’è da precisare che le Entrate, nei quindici giorni successivi alla trasmissione pongono in essere dei controlli formali, in modo che, nell’ipotesi di elementi irregolari, si possa inoltrare la domanda corretta allo stato membro.