Il Governo Renzi annuncia, per il 2017, una Digital Tax per le transazioni commerciali effettuate su Internet.
Il presidente del consiglio Matteo Renzi la ha descritta parlando a tutto campo della manovra da varare entro fine anno, una manovra da 27 miliardi di euro che contemplerà anche una digital tax, in vigore dal 1 gennaio 2017, per colpire con meccanismi differenti le transazioni sul web con lo scopo di far pagare le tasse nei luoghi in cui avvengono transazioni e accordi.
La nuova tassa, denominata anche “Google Tax”, si configura come un’imposta pressoché certa e il premier annuncia che in Italia sarà legge dal 2017 dopo 2 anni di attesa di una legge europea al riguardo.
Il premier afferma che si attenderà tutto il primo semestre del 2016 che l’Ue vari una legge per le transazioni sul web. I grandi colossi del web, come Google o Apple sfruttano un sistema che permette loro di non pagare le tasse nei luoghi in cui fanno affari. Quello che il premier annuncia è un principio di giustizia sociale che, anche se non risolleverà le sorti economiche dell’Italia, consentire di mettere in pratica un pagamento delle imposte più giusto anche nei confronti di chi fa business in rete.
Quanto ai profitti generati in Italia, quindi, i grandi colossi del web dovranno pagare le tasse in Italia attraverso una norma che permetta di non minimizzare più, tramite scappatoie di governi compiacenti, i costi fiscali delle attività in Italia dei protagonisti dell’IT. Oggi colossi come Google, Apple, Amazon, Microsoft e Facebook, solo per fare alcuni dei nomi più noti, pur svolgendo attività economiche in Italia versano le loro tasse all’erario di altri paesi, come Lussemburgo e Irlanda.