Agosto è stato davvero un mese d’oro per i voucher, vale a dire quei documenti che solitamente vengono emessi per la prestazione di determinati servizi e pagati mediante la semplice cessione del titolo: ebbene, l’ultima rilevazione dell’Inps ha messo in luce una crescita esponenziale in questo senso, visto che è stata superata quota otto milioni, con le vendite che hanno riguardato in gran parte i documenti cartacei (7,4 milioni di unità) e una piccola porzione (650.000) destinati alla modalità elettronica. Il dato sorprende ancora di più se si pensa che soltanto un mese prima i voucher totali erano pari a 7,3 milioni (in percentuale l’incremento è stato dell’11%). Turismo, commercio, servizi, sono davvero tanti i settori che puntano su questi buoni, soprattutto d’estate, ma stanno aumentando anche i destinatari e i “venditori”.
In effetti, è stata registrata una vendita piuttosto consistente nel settore primario: l’agricoltura guida questa speciale classifica davanti ad alcune categorie definite dalla stessa Inps (ad esempio il giardinaggio, le manifestazioni sportive, le lezioni private, il volontariato e i lavori domestici). E cosa c’è da dire, invece, in relazione alla diffusione territoriale? Il Veneto, l’Emilia Romagna e la Lombardia sono le regioni che hanno fatto segnare i picchi maggiori, ma anche l’Italia meridionale sta cominciando ad apprezzare maggiormente i voucher, soprattutto in Calabria e Campania. L’utilità di tali documenti sta diventando sempre più nota.
C’è infatti da sottolineare come questo strumento sia un’arma fondamentale nella lotta al lavoro sommerso, in quanto rende più efficace le retribuzioni e le coperture presso l’Inps e l’Inail, un elemento imprescindibile dal punto di vista fiscale quindi. Dopo le innovazioni relative alla vendita in tabaccheria dei buoni, si sta pensando di coinvolgere in questo ambito anche gli istituti di credito e le Poste: filiali e uffici postali sono piuttosto interessati, ma bisogna ancora capire se si tratta di una iniziativa tecnicamente fattibile.