È ormai una realtà fiscale che si è consolidata in moltissimi comuni d’Italia, ma Legnano ha deciso di opporsi per il momento alla tassa di soggiorno: il rifiuto è stato espresso direttamente dal settore alberghiero locale, preoccupato come questa imposta, la quale è a carico dei turisti, possa ridurre ancora di più le presenze di questi ultimi. Il comparto in questione è in crisi da tempo e un balzello simile non farebbe che peggiorare le cose, in sintesi è questa la posizione ufficiale. Secondo Paolo Ferrè, numero uno dei commercianti legnanesi, la tassa sta già sconvolgendo i portafogli dei turisti in tutte le regioni del nostro paese, di conseguenza si configura come un vero e proprio elemento che scoraggia le prenotazioni.
Per il momento i pericoli paventati non esistono nella città lombarda, ma cosa avverrà nei prossimi mesi? Il primo cittadino di Legnano, Alberto Centinaio, non ha alcuna intenzione di introdurre questo tributo, anche perché lo scorso mese di luglio è stato caratterizzato dall’incontro tra i commercianti e il municipio, in modo che si discutesse della questione. Per l’appunto, sta prevalendo l’atteggiamento secondo cui la tassa è solamente penalizzante, mentre in altri comuni, nonostante le opposizioni, il balzello sia stato introdotto lo stesso.
Tutti i comuni che fanno parte dell’area limitrofa hanno adottato la medesima decisione, visto che i commercianti locali si sono rivolti anche a loro e il risultato è stato quello tanto desiderato. A Legnano la crisi finanziaria ha messo in ginocchio l’intero settore industriale, mentre quello alberghiero beneficia soprattutto delle prenotazioni di uomini di affari, imprenditori e tecnici, dato che c’è la possibilità di visitare fiere o mettersi in contatto con le fabbriche locali. Una soluzione alternativa, comunque, esiste e consiste nel rivitalizzare il turismo con nuove scelte, manifestazioni e iniziative, in primis la rievocazione della storica battaglia di Legnano del 1176.