Quando tra un contribuente e l’Amministrazione finanziaria scatta una lite tributaria non è sempre vantaggioso per il cittadino o per l’impresa intraprendere la via del contenzioso che può portare allo spreco di tempo e di denaro. Questo, in particolare, è da evitare quando al contribuente arrivano avvisi di accertamento in virtù dei quali le valutazioni dell’Amministrazione finanziaria appaiono difficilmente impugnabili e contrastabili. Può capitare, ad esempio, di saltare letteralmente il pagamento di una rata delle tasse di Unico magari solo perché a livello amministrativo è stata fatta confusione tra la carpetta delle tasse pagate, e quelle ancora da saldare. Ebbene, per questi casi in corrispondenza dei quali il Fisco ha praticamente ragione a prescindere, è bene avvalersi della cosiddetta acquiescenza, ovverosia la rinuncia a presentare ricorso potendo tra l’altro sfruttare alcuni vantaggi.
Uno dei vantaggi, come accennato, è quello di risparmiare tempo e denaro a seguito dell’avvio di un contenzioso, ma con l’acquiescenza il Fisco permette di ridurre di un quarto le sanzioni che sono state irrogate dall’Ufficio, e garantisce l’abbattimento, fino al 50%, delle sanzioni penali cancellando altresì anche le sanzioni accessorie. Quindi, riepilogando, se le richieste del Fisco sono palesemente “fondate”, il contribuente può avvalersi dell’acquiescenza sfruttando i vantaggi sopra elencati a patto che si rinunci sia ad impugnare il relativo avviso di accertamento, sia a presentare l’istanza di accertamento con adesione.
Contestualmente, il contribuente che si avvale dell’acquiescenza è altresì chiamato a pagare, sfruttando le riduzioni di sanzioni sopra elencate, le somme dovute entro e non oltre il termine di riproposizione del ricorso. Inoltre, le sanzioni si riducono da un quarto ad un ottavo nel caso in cui l’avviso di accertamento che il contribuente riceve dal Fisco non sia stato preceduto dal cosiddetto “invito al contraddittorio“. Le somme dovute al Fisco, avvalendosi dell’acquiescenza, potranno essere pagate come al solito a rate o in un’unica soluzione presso gli agenti della riscossione, in banca oppure alla posta.