Ebbene sì, mentre sindaci ed enti governativi passano le giornate a cervellarsi per trovare un metodo che consenta di far quadrare conti e bilanci senza toccare i portafogli dei cittadini, arriva la risposta di un sondaggio di Ipsos: il 56% è disponibile a nuovi sacrifici per mantenere l’offerta dei Comuni. Secondo il sondaggio condotto da Ipsos per conto di Anci Lombardia, i cittadini sarebbero disposti a pagare anche più tasse pur di avere i servizi garantiti. Poco più della metà dei lombardi, il 56%, dichiara che preferirebbe pagare tariffe più alte e vedere però che il livello dei servizi aumenta piuttosto che vedersi tagliare i servizi essenziali offerti dalla loro città: come il trasporto pubblico, l’assistenza sociale, gli asili nido o la pulizia delle strade.
La notizia assume ancora più rilievo se pensiamo che i lombardi sono i più tassati, nelle Regioni a contabilità ordinaria, con 2.697 euro, pagati a testa agli enti territoriali, ricevendo in cambio – come merge dallo studio effettuato a luglio dai tecnici della Camera dei deputati su dati 2008 – ricevendo, in cambio, in termini di servizi meno di tutti: una cifra che si aggira attorno ai 175 euro a testa di trasferimenti statali. La ricerca mostra gli aspetti più rilevanti e le divergenze tra le priorità ritenute essenziali dalla popolazione e dagli enti: i cittadini suggerirebbero di intervenire prioritariamente su manutenzione del verde e poi su cultura e sport. I sindaci invece preferirebbero porre prima attenzione alle attivita’ culturali, quindi i lavori stradali e infine gli impianti sportivi.
La maggioranza dei lombardi è disposto a pagare tariffe comunali più alte – ha sottolineato il sindaco di Varese Attilio Fontana, presidente di Anci Lombardia – perchè sa bene che fine fanno i loro soldi: questa la la dimostrazione che il federalismo è la strada giusta. La maggiore freddezza dei sindaci deriva dalla loro maggiore consapevolezza sui tempi lunghi di attuazione del federalismo.