Home » Imposte » Marocco, una tassa sui patrimoni per rilanciare l’economia

Marocco, una tassa sui patrimoni per rilanciare l’economia

 Anche il Marocco ha deciso di fare sul serio per quel che concerne il versante fiscale: non è infatti un caso se le autorità di Rabat hanno deciso di lanciare una nuova imposta, più precisamente una tassa che vada a colpire in maniera precisa i grandi patrimoni. Il gettito ottenuto in questo modo verrebbe poi utilizzato per finanziare un nuovo Fondo di Sicurezza Sociale, un progetto su cui il governo della nazione africana punta molto. Come è stato sottolineato dallo stesso esecutivo marocchino, la tensione interna del paese deve essere frenata in qualche modo, quindi si darà un bel colpo alla disoccupazione assumendo diverse migliaia di persone all’interno della locale pubblica amministrazione. Inoltre, i fondi relativi al sostegno dei prezzi agricoli aumenteranno di oltre il doppio nel corso dei prossimi giorni.

Il Marocco ha bisogno di tenere a bada la propria spesa pubblica comunque, un messaggio che recentemente ha lanciato anche il primo ministro Abbas El Fassi: nel dettaglio, i costi governativi verranno sensibilmente tagliati, soprattutto in merito alle conferenze e alle visite all’estero da parte dei politici. Inoltre, elemento non certo insignificante, diminuiranno anche le spese relative ai progetti di studio. Il piano economico della nazione è molto ampio e prevede quindi una serie impressionante di misure: i finanziamenti servono come il pane ed ecco spiegato il motivo della tassa in questione, associata alla limitazione dei sussidi al 3% del prodotto interno lordo, in modo da avere maggiori entrate fiscale e un bilancio in ordine.

L’attuale situazione marocchina non può certo dirsi florida, in particolare bisogna usare molta prudenza in tal senso; gli introiti sono stati fin troppo stagnanti per diversi anni, a causa della income tax e delle interruzioni che sono state applicate al suo adempimento. Un ulteriore suggerimento fiscale dovrebbe riguardare la cosiddetta “imposta di solidarietà”, provvedimento che dovrà però essere gestito dal prossimo governo che entrerà in carica.