Con la fiducia al “Decreto anticrisi“, la Camera dei Deputati ha dato il via libera a tutta una serie di proroghe e provvedimenti che, tra l’altro, riguardano il mondo del lavoro e delle imprese. Le società, in particolare, potranno far leva sulla detassazione degli utili reinvestiti se la destinazione è quella relativa all’acquisto di nuove apparecchiature e macchinari per l’esercizio dell’attività e per il miglioramento delle condizioni e della sicurezza sul luogo di lavoro. Usufruendo del bonus fiscale, pena la relativa decadenza, l’imprenditore che si avvale di tale beneficio non dovrà cedere a terzi le apparecchiature o i macchinari acquistati prima che sia scaduto il secondo periodo di imposta susseguente all’acquisto. Gli imprenditori, tra l’altro, possono investire non solo in innovazione per usufruire di agevolazioni, ma anche nel capitale d’impresa, visto che il “Decreto anticrisi” permette altresì di far leva su uno sgravio dell’imposta sui redditi delle società (IRES) pari al 3% per gli aumenti di capitale fino alla quota dei 500 mila euro.
Lo sgravio IRES al 3%, quindi, risulta essere molto allettante per le piccole e medie imprese che intendono rafforzare il capitale sociale magari con l’ingresso di nuovi soggetti per garantire sviluppo, continuità aziendale e mantenimento dei livelli occupazionali. Per quanto riguarda il sostegno all’occupazione, oltre alle risorse già disponibili per gli ammortizzatori sociali, ed in particolare per la cassa integrazione, compresa quella in deroga per garantire il sostegno al reddito al massimo dei lavoratori possibili, il “Decreto Fiscale” introduce anche dei bonus a favore delle imprese che non licenziano, che assumono lavoratori in cassa integrazione, ma anche incentivi per i lavoratori in cassa integrazione che avviano progetti di auto-imprenditorialità.
Nel dettaglio, l’azienda che reintegra un lavoratore in cassa integrazione in progetti di formazione e riqualificazione professionale può far leva su un bonus, a carico dello Stato, che va ad integrare la paga riconosciuta al lavoratore. Inoltre, contrariamente a quanto avvenuto in passato, un lavoratore in mobilità o in cassa integrazione, e sempre e comunque un pensionato o uno studente, può svolgere un’altra attività lavorativa integrando il proprio reddito tramite l’utilizzo dei buoni lavoro, sperimentati nei mesi scorsi per la vendemmia ed ora fruibili in parecchi settori dell’economia.