Gli avvisi bonari sono uno dei principali strumenti di tutela per quel che riguarda le dichiarazioni dei redditi: non si tratta di veri e propri atti impositivi, quindi non possono essere impugnati di fronte alle Commissioni Tributarie, ma permettono al contribuente di conoscere le risultanze dei controlli, con la possibilità di una sanzione pecuniaria da pagare in forma ridotta. Tutto questo, però, vale quando ogni aspetto fiscale fila liscio. Il Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro ha invece segnalato alla nostra amministrazione finanziaria che questi strumenti sono risultati in larga parte erronei per quel che concerne i modelli 770 dello scorso anno: la percentuale è davvero molto alta, addirittura il 90%. Che cosa è successo esattamente?
Gli avvisi in questione devono essere assolutamente annullati, dato che non sono stati presi in adeguata considerazione i ravvedimenti operosi e il versamento in eccesso relativo all’imposta sostitutiva del Trattamento di Fine Rapporto. Ma gli errori non sono stati solamente questi. Ad aggravare la situazione ci hanno pensato anche le addizionali regionali e comunali dell’Irpef. Anche in questo caso gli avvisi bonari non sono da considerare un elemento fiscale valido. La richiesta dei consulenti è piuttosto chiara: questi ultimi si sono infatti rivolti all’Agenzia delle Entrate per ottenere un intervento rapido e urgente.
Nemmeno il sistema automatizzato dei modelli 770 si è salvato, pertanto si possono intuire quali problemi si incontrano al momento del controllo dei pagamenti che sono stati posti in essere in eccesso. Nel dettaglio, il riferimento va a quanto contenuto nella colonna 6 del rigo SX1, in quanto non si è fatto altro che creare dei debiti totalmente inesistenti e fasulli. La nota del Consiglio è recente ed è datata due giorni fa: ora si attende una risposta o un comunicato dell’Agenzia, in modo che tutti i sostituti d’imposta che hanno avuto a che fare con tali modelli possano comprendere meglio come si sta evolvendo la situazione.
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