La riforma del catasto prevista tra qualche giorno promette di rivedere la situazione degli immobili in maniera radicale, uniformando gli importi dovuti con il valore degli immobili stessi. Attualmente abbiamo una divisione in vani; a seconda dei metri quadri dedicati ad un certo tipo di stanza si paga di più o di meno e la differenza arriva ad essere ingente paragonando certi tipi di vani. Con la nuova normativa invece vengono semplicemente calcolati i metri quadri totali della casa, senza distinzione tra camere, soggiorni e via dicendo. Il complesso algoritmo che promette di rivedere la situazione attuale farà si che il valore fiscale degli immobili corrisponderà il più possibile al valore di mercato; l’abitazione verrà considerata sotto un doppio aspetto, ovvero sia in termini di reddito che di patrimonio.
Il punto cruciale della rivoluzione del catasto è, come si diceva, la misura dei metri quadri; nella situazione attuale il conteggio dei vani crea dei problemi che portano le tasse su certe case a rasentare l’assurdo. Per certi versi un appartamento più piccolo può arrivare a pagare centinaia di euro in più di un equivalente con anche 30-40 metri quadri in più, ma vani diversi. Anche la definizione stessa di “vano” non è mai stata all’altezza di descrivere il reale valore di un appartamento ed è per questo che la scelta di usare i metri quadri per uniformare il valore delle case è alla base della riforma e raggiungerà l’obiettivo previsto.
Chi perde e chi ci guadagna? Innanzitutto il Governo ha assicurato il “saldo zero“, ovvero l’entrata in termini di tasse resterà esattamente quella attuale anche se verrà redistribuita equamente. In sostanza, oltre ad uniformare le tasse in base ai metri quadri, ci sarà una distinzione più netta tra immobili in centro ed immobili in periferia, che si troveranno probabilmente a risparmiare notevolmente se le premesse verranno mantenute.
►RIFORMA DEL CATASTO MANOVRA SALVA-ITALIA