Il Dipartimento delle Finanze ha provveduto ad aggiornare, come accade di consueto, il suo sito web in merito agli ultimi trend delle partite Iva (vedi anche Partite Iva in calo): che cosa è successo esattamente a marzo da questo punto di vista rispetto al mese precedente e a un anno prima? L’Osservatorio ha preso in esame tutte le richieste che sono giunte all’Anagrafe Tributaria, cercando di aggregare i vari risultati e dati in base alle attività, alla distribuzione territoriale, alla natura giuridica e alla demografia delle partite Iva nuove di zecca.
Ebbene, due mesi fa sono state aperte 51.745 attività di tale tipo, un numero che risulta essere in calo di ben il 17% rispetto allo stesso periodo di 365 giorni fa. Il trend è negativo da diverso tempo, ma un pizzico di ottimismo lo si può nutrire grazie al +1,69% rispetto al mese precedente di febbraio. Le società di capitali la fanno da padrona, le quali sono aumentate di 3,6 punti percentuali nel confronto con il 2012, visto che non esistono al momento delle norme che siano in grado di far aprire un maggior numero di società a responsabilità limitata.
Lo stesso discorso, invece, non può farsi per le partite Iva che vengono aperte dalle persone fisiche, dato che si è scesi al di sotto del 74%: volendo essere ancora più precisi, le società personali sono calate del 16,4% in tal senso, mentre le stesse persone fisiche sono state protagoniste di un -21,9%. Cosa c’è da dire, poi, a livello territoriale? Grossi spunti non vi sono stati, con le regioni del Nord in preponderanza e quasi il 43% di nuove partite Iva: il Sud e le isole si sono invece caratterizzate per un 33,7%, mentre al Centro sono state aperte meno attività in assoluto (23,3%). Gli effetti della crisi si sono fatti sentire eccome, in primis in una regione come il Friuli Venezia Giulia, ma anche in Campania e in Valle d’Aosta.
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