La nuova legge sull’Iva avvicina il Kosovo all’Ue

Una nuova legge sull’Iva è finalmente entrata in vigore nel Parlamento di Pristina: una notizia importante per il Kosovo, non solo dal punto di vista fiscale, ma anche e soprattutto politico e sociale. La normativa è il risultato di due anni di intensa collaborazione per dar vita al progetto TACTA (Technical Assistance to Customs and Tax Administrations) a cui hanno dato il loro contributo i funzionari dell’Agenzia delle Entrate. La legislazione ha cominciato a produrre i propri effetti lo scorso mese di febbraio ed è molto innovativa: in effetti, rispetto al passato sono stati chiariti concetti fondamentali come quelli relativi alla cessione dei beni e alle prestazioni dei servizi, oltre ad alcune precisazioni sul principio di territorialità. Inoltre, si è provveduto a introdurre un sistema di esenzioni, distinguendo in base al diritto di detrazione, prevedendo un sistema forfetario per gli agricoltori. Si tratta dunque di regole pienamente conformi ai dettami di Bruxelles, dunque si può pensare a ragione che il giovane stato è pronto per intraprendere il cammino verso l’adesione all’Unione Europea.

 

C’è comunque da dire che gli elementi di base sono rimasti immutati; è rimasta, tra le altre cose, la soglia relativa all’obbligatorietà della registrazione dei soggetti Iva (50.000 euro di volume d’affari), ma non si deve dimenticare l’aliquota unica del 16%, con la possibilità di introdurne altre due (una ridotta non inferiore al 5% e un’altra non superiore al 21%).

Certo, l’adesione europea non è un processo semplice né immediato, ma il Kosovo, pur non facendone ancora parte, adotta l’euro come valuta ufficiale già da qualche tempo in modo da dare una certa stabilità finanziaria al paese. La nuova legge tributaria, dunque, è già riuscita a mediare tra le richieste degli operatori e del fisco da una parte e le diverse pressioni internazionali dall’altra, volte, in particolare, ad ottenere un sistema molto vicino al modello europeo.