Il governo albanese ha deciso di sopprimere una tassa che finora aveva suscitato parecchie polemiche: si tratta dell’Iva pari al 10% che ha gravato fino a pochi giorni fa sui terreni ceduti a fini agricoli. Allo stesso tempo, il “paese delle aquile” ha ridotto del 50% la tassa relativa alle macchine usate del settore primario (vedi anche Rideterminazione del valore delle quote e dei terreni). L’intento dell’esecutivo guidato da Sali Berisha è quello di venire incontro alle esigenze degli agricoltori locali, tanto è vero che è stato espressamente richiesto al Ministero delle Finanze di risolvere alcuni dei principali problemi fiscali.
Uno di questi è quello legato all’Iva, in modo da rendere possibile l’esenzione anche per gli equipaggiamenti agricoli e gli animali utilizzati. La agevolazioni di cui si sta parlando verranno garantite a circa 350mila agricoltori albanesi, con un impatto sul budget statale pari a trenta milioni di euro per la precisione. Tirana è insomma convinta che in tale maniera si possa supportare l’ampliamento della produzione e l’occupazione settoriale. Tra l’altro, bisogna anche sottolineare come negli ultimi mesi, proprio quando le elezioni si stavano avvicinando, ci sono stati ben cinque interventi governativi per ritoccare il sistema tributario.
Le prime modifiche sono state quelle che hanno previsto la rimozione dell’Iva per quel che riguarda gli investimenti superiori ai 500mila dollari americani. Allo stesso tempo, poi, si è deciso di abolire l’imposta in questione per l’acciaio e il cemento utilizzati per le costruzioni di impianti idroelettrici. L’Iva è poi scomparsa in relazione ai redditi di tutti quegli individui che non possono vantare salari superiori ai trentamila lek (appena 213 euro), senza dimenticare le esenzioni dalle tasse immobiliari per chi ha un reddito superiore ai centomila lek. Oltre agli agricoltori, dunque, questi interventi sono venuti incontro a 220mila contribuenti in tutto il paese (l’influenza sul bilancio dovrebbe aggirarsi attorno ai 2,5 miliardi di lek).