La tassa di soggiorno è senza dubbio l’argomento maggiormente dibattuto per quel che riguarda il nostro paese e i diversi comuni coinvolti: l’ultimo caso su cui si è posto l’accento è quello di Licata, mentre, spostandosi più a Nord, a Bologna già si calcola il gettito. Ma anche all’estero la situazione non cambia di molto. In particolare, chi volesse recarsi in una meta ambita e molto gettonata come Barcellona, si accorgerà di una nuova spesa che dovrà essere sostenuta per la vacanza. In effetti, la Spagna vive una delle situazioni finanziarie più complicate dell’intera eurozona, dunque, oltre ad aver deciso di aumentare le tasse aeroportuali, ha imposto anche una salata tassa di soggiorno per la città catalana.
Il tributo in questione è divenuto pienamente effettivo appena tre giorni fa, in seguito all’approvazione da parte dell’amministrazione locale. Di cosa si tratta nello specifico? La tassa di soggiorno di Barcellona prevede delle tariffe piuttosto variabili a seconda delle strutture alberghiere in cui si decide di alloggiare. Volendo essere ancora più precisi, si tratta di cinquanta centesimi di euro al giorno come valore minimo e di 2,50 euro (ancora una volta giornalieri) come limite massimo, in base alle stelle e al “lusso” dell’hotel.
In effetti, il prezzo più alto dovrà essere sborsato da chiunque deciderà di risiedere in un albergo a cinque stelle, anche se lo stesso discorso vale per le navi da crociera; queste ultime saranno associate alla massima tassa di soggiorno nell’ipotesi di attracco nei porti della Catalogna per oltre dodici ore consecutive. Insomma, tutto è utile per fare cassa in questo preciso momento storico. Vi sono comunque delle esenzioni e dei limiti da rispettare. Ad esempio, il provvedimento in questione non riguarda in alcun modo i bambini e i ragazzi che non hanno più di sedici anni, senza dimenticare i soggetti che possono vantare dei programmi sociali previsti per le loro condizioni.