La tentazione è forte, il presidente americano Barack Obama sta pensando seriamente di introdurre una nuova tassa che vada a colpire quei soggetti che guadagnano più di un milione di dollari all’anno: in pratica, questi contribuenti andrebbero a versare almeno la stessa imposta che è dovuta dalla classe media, una soluzione che si prevede in grado di ridurre il crescente deficit di bilancio. Il piano in questione è già stato ribattezzato dalla Casa Bianca “Buffett rule”, con una evidente allusione al miliardario Warren Buffett, il quale aveva di recente espresso il suo sostegno a un’iniziativa simile, visto che l’attuale sistema fiscale gli impone un’aliquota addirittura inferiore a quella del suo segretario.
Nel dettaglio, tale programma tributario dovrebbe di fatto sostituire la complicata alternativa della minimum tax, la quale è stata introdotta un decennio fa per assicurare i versamenti, ma senza conoscere l’identità dei soggetti. Obama renderà nota questa novità nel corso della giornata di domani; tra l’altro, potrebbe rivelarsi determinante persino ai fini delle elezioni presidenziali del 2012. Occorrerà comunque affrontare con decisione le opinioni dei Repubblicani, i quali avevano espressamente richiesto al presidente di non innalzare le tasse per fronteggiare la crisi economica. I calcoli effettuati a Washington, però, sono stati diversi: in effetti, il prodotto interno lordo incontrerebbe maggiori difficoltà nel suo recupero con un alto deficit di bilancio, quindi l’intervento sui contribuenti più ricchi si è reso quantomeno necessario.
Più che altro, quello che si richiede è un codice fiscale differente da quello in vigore fino a oggi, ritenuto addirittura un oltraggio nei confronti dei cittadini; soltanto nel 2009, appena 235mila dichiarazioni dei redditi pari ad almeno un milione di dollari sono state registrate e incamerate dall’Internal Revenue Service, le Entrate statunitensi, dunque si può ambire a qualcosa di meglio, anche perché gran parte dell’opinione pubblica ha riferito di ritenere giusta e adeguata una tassazione ai danni dei milionari.
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