E’ stato deciso nella giornata di ieri che il pagamento della Tares – la nuova tassa sui rifiuti e servizi indivisibili comunali – avverrà a maggio mentre gli aumenti scatteranno solo a dicembre, con il conguaglio finale. Il decreto definitivo arriverà entro lunedì prossimo in Parlamento. Altre novità riguardano il rinvio del decreto sblocca debiti e la decisione di non imporre alcun aumento Irpef. La Tares interessa chiunque possieda o detenga locali suscettibili di produrre rifiuti, ma peserà in modo particolare sulle famiglie numerose e sulle imprese.
Ritornando alla Tares, il primo pagamento avverrà a maggio insieme a imu e irpef, mentre la maggiorazione di 30 centesimi al metro quadro scatterà solo a dicembre e andrà pagata direttamente allo Stato; la sovrattassa governativa è dunque rinviata all’ultima rata a fine anno. Se le prime due rate saranno simili alla vecchia tassa rifiuti, l’ultima rata di dicembre sarà diversa e prenderà i connotati della nuova Tares.
La Tares dovrà essere versata in base alla tariffa riferita all’anno solare e calcolata alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie. La tassa è composta da una parte fissa e da una parte variabile.
Il regolamento del Governo è un testo guida per i Comuni, i quali possono decidere in totale autonomia in base alla variabilità delle situazioni e delle esigenze locali. Ricordiamo che la Tares terrà conto del numero di persone che vivono all’interno di una unità immobiliare, e sulle imprese che producono più rifiuti, e porterà un incremento di circa il 14 per cento per una famiglia di tre componenti.
Inoltre occorre anche considerare il fatto che il differimento del pagamento ha di fatto messo in ginocchio le imprese del settore, che vedono spostarsi anche l’incasso relativo al primo acconto della tassa sui rifiuti.