Entrate – Guardia di Finanza: operazione filiali banche slovene

 L’Agenzia delle Entrate, nell’ambito di un’operazione congiunta con la Guardia di Finanza, ha annunciato un nuovo “blitz” finalizzato a controlli e verifiche sui corretti adempimenti relativi all’Archivio dei rapporti finanziari. L’operazione rientra nell’ambito delle azioni di prevenzione e di contrasto all’evasione fiscale internazionale che, dopo aver fatto visita alle filiali in Italia di banche austriache, svizzere ed al confine con San Marino, hanno portato le Entrate e la GdF a bussare alla porta delle filiali con sede in Italia di banche slovene, ma anche a tutti quegli intermediari in possesso di partecipazioni di banche slovene, e filiali di banche italiane che, a livello territoriale, sono vicine ai confini sia con la Slovenia, sia con l’Austria. Al di là della nazionalità, l’Agenzia delle Entrate ha fatto presente come per i nuovi soggetti sottoposti a controllo, ben 68, le modalità applicate siano sempre le stesse.

Fisco: un italiano su 3 non paga le tasse?

 L’evasione fiscale non lede solo allo Stato e ai servizi (meno entrate per lo Stato, meno spese), ma anche alle tasche di onesti cittadini. A causa dell’evasione fiscale, secondo la Cgil, i contribuenti onesti pagano ‘una tassa in piu”: in pratica 3.000 euro l’anno piu’ del dovuto. Il sindacato ha presentato la mobilitazione ‘per un fisco piu’ giusto’ in occasione dello sciopero del 12 marzo. Cgil chiede una riduzione delle tasse su lavoratori dipendenti e pensionati (che ovviamente al fisco non possono sfuggire: i redditi dichiarati infatti derivano per il 78% da retribuzioni da lavoro dipendente e da pensioni) con un bonus di circa 500 euro entro primavera e poi con 100 euro medi mensili di riduzione del prelievo per 3 anni. Sembrerebbe un sogno per molti.

Dai dati delle dichiarazioni dei redditi del 2007 e presentate dai contribuenti nel 2008, risulta che Il 27% dei cittadini paga zero Irpef all’erario. Quindi significa che siamo un popolo di poveretti? Molti infatti non non pagano l’imposta sul reddito delle persone fisiche per effetto del reddito basso, oppure perché riescono a compensare l’imposta dovuta con deduzioni e detrazioni (es. interessi passivi sulla prima casa o detrazioni per i figli e sgravi per le ristrutturazioni).

Nel 2010 crescono gli assegni per le famiglie numerose

 Nel 2010 vi sarà dunque un interessante incremento per quel che riguarda gli assegni mensili destinati ai nuclei familiari più numerosi e quelli di maternità: l’aumento in questione è pari allo 0,7%, una correzione al rialzo che è stata decisa e calcolata in base alle variazioni dei prezzi al consumo, in relazione alle famiglie in cui vivono impiegati e operai. Quindi, si tratta dei rilevamenti effettuati dall’Istat e a cui i contributi devono essere adeguati ogni anno. Questi particolari assegni, nel caso in cui siano dovuti per intero, diventano pari a 129,79 euro mensili: come è stato precisato nel comunicato del Dipartimento delle Politiche per la Famiglia, il valore Ise (Indicatore della Situazione Economica) è di 23.362,70 euro, ma solamente se la famiglia destinataria dell’assegno è composta da cinque componenti. Bisogna ricordare, per essere più precisi, che tale bonus è stato introdotto dalla legge 448 del 1998 (si tratta delle “Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo”) ed è riservato alle famiglie composte da cittadini che risiedono in Italia, con almeno tre figli a proprio carico e un reddito complessivo non superiore a quelli che sono i limiti stabiliti dai parametri Ise.

 

Scudo fiscale e condono: servono solo a favorire i grandi evasori

 Quali sono nel nostro Paese i vantaggi legati alla messa a punto periodicamente di condoni e di scudi fiscali? Ebbene, sul tema Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani non ha dubbi, ed afferma, in accordo con le dichiarazioni del Presidente Vittorio Carlomagno, che questi servono a conti fatti a favorire i grandi evasori. Per l’Associazione è arrivato il tempo di dire basta, di chiudere la stagione dei condoni e delle “sanatorie” visto che, se un obiettivo poteva essere al riguardo quello della lotta all’evasione fiscale, allora la battaglia è stata clamorosamente persa. Contribuenti.it, infatti, rivela come anche lo scorso anno l’evasione fiscale nel nostro Paese sia cresciuta registrando una crescita addirittura a due cifre e pari all’11,5%. Questa percentuale emerge da un’indagine che KRLS Network of Business Ethics ha realizzato per Contribuenti.it prendendo a riferimento i dati che sono stati divulgati in tutta Europa dalle Polizie tributarie.

L’Agenzia delle Entrate rivede le regole di ipoteche e sequestri

 Il Fisco ha provveduto a rendere più incisive le recenti modifiche normative che sono intervenute in merito alle misure cautelari da adottare al fine di garantire la riscossione delle imposte evase: tali misure, in effetti, possono essere adottate non solo in relazione alle principali sanzioni, ma anche sui tributi. Tra l’altro, il ricorso a questi strumenti rimane valido perfino quando il contribuente vita la lite con l’amministrazione finanziaria, definendo il rapporto tributario “in pac”. Secondo la stessa Agenzia delle Entrate, come è stato precisato in un’apposita nota, le misure cautelari vengono poste in essere sia quando il contribuente può ancora aderire ai contenuti di un verbale o di un invito, sia in un momento successivo all’adesione. In sostanza, sono questi i punti salienti della risoluzione 4/E, la quale ha illustrato alcuni chiarimenti volti a contrastare i fenomeni di evasione da riscossione. Anzitutto, è stato spiegato che le Entrate possono chiedere l’iscrizione dell’ipoteca sui beni del soggetto debitore e l’autorizzazione al sequestro conservativo, anche a tutela dei crediti relativi ai tributi.

 

Redditi lavoro e pensione: ecco come il fisco diventa giusto

 Nel nostro Paese c’è una netta quanto palese e ben nota diseguaglianza nella distribuzione dei redditi. A “certificarlo” di recente è stata la Banca d’Italia con un’indagine da cui è emerso come il 10% delle famiglie italiane detenga poco più del 44% dell’intera ricchezza nazionale. Di conseguenza, per rendere il fisco italiano più giusto e più equo, salvaguardando i redditi da lavoro dipendente e quelli da pensione, ovverosia i redditi della maggioranza dei cittadini e delle famiglie italiane, occorre spostare il prelievo fiscale dalla tassazione alla fonte alle grandi ricchezze. Al riguardo, un documento della Cgil, dal titolo “Un fisco giusto per sostenere i redditi da lavoro e da pensione“, a cura di Agostino Megale, Beniamino Lapadula, Riccardo Sanna e Riccardo Zelinotti, traccia le linee guida sulla politica fiscale da adottare per spostare il peso del carico e rendere di conseguenza il fisco più giusto.

Bonus ristrutturazioni: la detrazione vale per l’intero condominio

 La detrazione dall’Irpef del 36% ha ricevuto il parere positivo da parte dell’Agenzia delle Entrate, per quel che riguarda i lavori condominiali svolti in tutte le parti comuni degli edifici adibiti a residenza: in effetti, la risoluzione 7/E che la stessa Agenzia ha provveduto a pubblicare tre giorni fa ha risposto a un’istanza di un’associazione riguardante proprio alcuni chiarimenti in merito. Nello specifico, tale documento ha precisato che il bonus in questione riguarda i lavori che vengono eseguiti solo sulle parti condominiali che sono citate dall’articolo 1117 del codice civile, vale a dire il suolo relativo all’edificio, le fondazioni, i muri maestri, le scale, i portoni d’ingresso, i vestiboli, i portici e molto altro; inoltre, bisogna includere in questo novero anche i locali di portineria e per la lavanderia, per il riscaldamento centrale, le installazioni e i manufatti di ogni tipo per il godimento comune (ascensori, pozzi e cisterne solo per citare alcuni esempi).

Fisco e tasse: con equità riparte economia italiana

 E’ possibile mettere mano al Fisco ed alla normativa che lo regola abbassando, tanto per iniziare, le tasse sui redditi da pensioni e da lavoro dipendente senza comportare il ricorso a “coperture” finanziarie da parte dello Stato? Ebbene, in Italia per i Sindacati questo è possibile: basta spostare il prelievo dal reddito al capitale partendo da un’armonizzazione/innalzamento delle imposte sulle rendite finanziarie. Al riguardo il Segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, ha sottolineato nei giorni scorsi come per far ripartire il nostro sistema economico sia necessario mettere mano seriamente alla questione relativa alla tassazione sui redditi da pensioni e da lavoro. Questo affinché il nostro sistema fiscale sia più equo, ma anche perché il minor prelievo fiscale alla fonte sui redditi da lavoro e sulle pensioni si andrebbe a tramutare in consumi con effetti positivi di rilancio del nostro ciclo economico che, dopo il -4,9% di Pil segnato nel 2009, rischia per il 2010 di doversi accontentare di una ripresa lenta, fin troppo.

Piemonte e Basilicata rinnovano le direzioni provinciali delle Entrate

 A partire dalla giornata di domani saranno attive e pienamente funzionanti le nuove direzioni provinciali di Cuneo e Potenza dell’Agenzia delle Entrate: come di consueto, si tratta di novità che rientrano nel più vasto programma a livello nazionale volto a riorganizzare gli uffici locali su base provinciale. Dunque, in questo caso saranno il Piemonte e la Basilicata le due regioni protagoniste dell’attivazione delle direzioni. L’obiettivo principale che si intende raggiungere è quello di rendere più funzionale e sviluppata l’azione di contrasto all’evasione fiscale, mediante una struttura molto più snella ed efficiente, rafforzando inoltre i vari servizi di assistenza e informazione tributaria che vengono solitamente destinati ai cittadini. Molto interessante è, in particolare, il caso di Potenza, provincia con la quale la Basilicata riesce a completare in maniera totale la riorganizzazione iniziata lo scorso mese di luglio, quando fu attiva la direzione di Matera.

 

Addizionale comunale Irpef: aumento record in dieci anni

 Dall’anno 1999 all’anno 2008, in Italia il gettito fiscale, a favore dei Comuni, dell’addizionale comunale sull’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) è aumentato di ben il 1.500%, per l’esattezza di una percentuale pari al 1.566%. A rilevarlo è stata la Cgia di Mestre, la quale ha in particolare constatato come dai 156 milioni di euro di addizionale Irpef incassata dai Comuni italiani nel 1999, si sia passati ai 2,6 miliardi di euro di gettito fiscale complessivo nell’anno 2008. C’è da dire che nel suo primo anno di applicazione dell’addizionale Irpef, solo un terzo dei comuni italiani l’aveva adottata, mentre nel 2008 la percentuale di adozione è salita al 75,7% del totale dei Comuni italiani. E così, anche per effetto, nel frattempo, dell’aumento delle aliquote, i contribuenti italiani con l’addizionale comunale arrivano ora a pagare, in media, ben 104 euro l’anno rispetto ai 26 euro del 1999.

Il sistema del marchio Ue ha efficacia dal momento della registrazione

 Il marchio che rappresenta dal punto di vista commerciale l’Unione Europea può essere tutelato sin dal momento in cui si presenta la domanda di registrazione all’Uami (si tratta dall’Ufficio per la registrazione dei marchi, disegni e modelli dell’Ue): quindi, si può parlare, a ragione, di una delle condizione essenziali per la validità sull’intero territorio europeo, ma bisogna precisare che sarebbe impossibile limitarne la portata geografica ai soli stati membri. La validità del marchio in questione è di dieci anni, i quali possono essere rinnovati per altri periodi simili, attribuendo al titolare un livello di protezione davvero totale. Tale marchio è inoltre esclusivo, visto che si può vietarne l’utilizzo sul mercato senza che sia stata posta in essere alcuna autorizzazione da parte del titolare: in particolare, si può vietare l’apposizione del marchio registrato sui prodotti e l’uso dello stesso nella corrispondenza commerciale o nella pubblicità. Come funziona dunque questa registrazione?

 

Alleanza anti-evasione: Emilia-Romagna, nuovi Comuni siglano l’intesa

 Aumentano nella Regione Emilia-Romagna i Comuni “caccia-evasori“. In accordo con quanto reso noto nella giornata di ieri dalla Direzione regionale delle Entrate, infatti, nell’ambito dell’alleanza anti-evasione hanno siglato l’intesa nuovi Enti locali. Trattasi, nello specifico, del Comune di Sant’Ilario d’Enza, quello di Gatteo e quello di Vignola che, quindi, scendono in campo fianco dell’Agenzia delle Entrate nel contrasto all’evasione fiscale nell’ambito di un protocollo d’intesa siglato nei mesi scorsi dal Fisco con l’ANCI, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Con questi ultimi tre Comuni sul territorio emiliano romagnolo, quelli cosiddetti “cacciaevasori” nella Regione salgono a quota 174, di cui 21, su un totale di 30, nella Provincia di Forlì-Cesena; 29, su un totale di 47, in Provincia di Modena; 22 su 45 in Provincia di Reggio Emilia.

Compensazione delle ritenute residue: pronto il codice tributo

 La risoluzione 6/E che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare nel corso della giornata di ieri ha portato un’altra novità per quel che riguarda la compilazione del modello F24: in effetti, il 6830 è il nuovo codice tributo che è stato introdotto per quelle società e associazioni che utilizzano il credito Irpef per il pagamento delle loro imposte. Entrando nel dettaglio della risoluzione, il codice è a uso e consumo delle società di persone, delle imprese familiari, degli studi associati tra artisti o anche professionisti, delle società di fatto e di quelle di armamento (peculiari del diritto della navigazione), vale a dire tutti i soggetti che sono espressamente indicati nell’articolo 5 del Tuir (“redditi prodotti in forma associata”). I soggetti appena descritti saranno pertanto chiamati a compensare, mediante l’utilizzo del consueto modello F24, i propri pagamenti al Fisco e quelli contributivi, andando a utilizzare il credito Irpef che deriva dalle ritenute residue attribuite nuovamente dai soci.

 

Pisa: oscurati cartelli pubblicitari a causa delle tasse

 A Pisa la società che gestisce la segnaletica cittadina ha già oscurato con sacchi neri decine di cartelli che indicano come raggiungere gli hotel sparsi per la città. La motivazione risiede nel fatto che molti albergatori si sono ribellati alla tassa sulla pubblicità che si aggiunge ai 90 euro a cartello per l’affitto e la manutenzione degli spazi pubblicitari.

Una serie di ricorsi alla concessionaria hanno portato quest’ultima a ribellarsi che ha reagito facendo sparire o occultando le indicazioni per trovare gli hotel. Cartelli occultati quindi, ma tra poco spariranno completamente. La società delle entrate chiede ulteriori 50 (e c’è chi ne ha da dieci in su) su ogni cartello, che aggiunti ai 90 euro fanno 140. Da qui il contenzioso con decine di ricorsi e ora alla disdetta dei contratti per la segnaletica.