Fisco e imprese: si abbassa volume d’affari per diventare “grandi”

 A partire dal 2010 scatta in materia di controlli e monitoraggio di comportamenti fiscali corretti una piccola rivoluzione; dal prossimo anno, infatti, per essere “grandi” agli occhi del Fisco non servirà un fatturato superiore o pari al livello dei 300 milioni di euro, ma di milioni di euro ne basteranno 200. A darne notizia con un comunicato ufficiale, in data odierna, è stata l’Agenzia delle Entrate, la quale ha così provveduto a ridisegnare agli occhi del Fisco il profilo e la condizione di “grande contribuente“. Questo dopo che il Direttore dell’Agenzia delle Entrate ha firmato il relativo provvedimento che allarga la platea delle imprese che saranno destinatarie dell’analisi di rischio a cura degli agenti del Fisco. E così, la platea dei “grandi contribuenti” aumenta all’incirca di altre 1.600 imprese, ma trattasi di un primo passo che, a regime, renderà il campo di “osservazione” ancora più ampio.

In Lombardia si formano i nuovi ispettori del Fisco

 L’Agenzia delle Entrate comincia a formare i funzionari di quei comuni che hanno fornito la loro adesione al protocollo contro l’evasione fiscale: riconoscere un fenomeno così diffuso è un compito tutt’altro che semplice ed è per questo che la Direzione Regionale della Lombardia ha avviato i propri programmi formativi con i funzionari comunali, in modo di far partecipare questi soggetti in maniera concreta nell’ambito della lotta all’evasione. Questa sorta di “addestramento” si è tenuto il 14 e il 15 dicembre scorsi ed ha riguardato diversi argomenti: per citarne solo alcuni, l’urbanistica, il patrimonio immobiliare, le residenze fittizie all’estero e i beni indicativi della capacità contributiva.

 

Controlli su omessi versamenti: associazioni di categoria sono preoccupate

 Nella mattinata di oggi, giovedì 17 dicembre 2009, come tra l’altro annunciato nei giorni scorsi dall’Amministrazione finanziaria, si è tenuto un incontro tra l’Agenzia delle Entrate, gli ordini professionali e le Associazioni di categoria. Al centro dell’incontro c’è stato il tema relativo ad una campagna di controlli che il Fisco ha reso nota nei giorni scorsi e che vuole portare avanti sugli omessi versamenti di quest’anno e su quelli che sono stati effettuati ma in misura insufficiente. In merito, Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ha voluto assicurare che con la campagna di controlli non si vuole in nessun modo bloccare l’istituto del ravvedimento operoso, ragion per cui le imprese che sono in difficoltà finanziaria e che quindi magari verseranno le tasse con il ravvedimento non hanno nulla da temere.

CIVIS è il nuovo canale web pensato per gli intermediari

 CIVIS, il canale web che è stato progettato per gli intermediari italiani, si sta diffondendo in maniera abbastanza rapida in molte regioni; dopo l’esordio positivo in Lombardia e in Toscana, infatti, il canale è partito anche in Molise, Liguria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Umbria, Marche e Valle D’Aosta. Come si spiega un simile successo? Si tratta sostanzialmente di un fondamentale strumento volto a fornire l’adeguata assistenza fiscale sulle comunicazioni di irregolarità, ma consente anche di gestire nel migliore dei modi gli avvisi ricevuti attraverso la modalità telematica. L’utilità per gli intermediari che ne beneficiano è presto detta: il professionista che ha ottenuto l’abilitazione ad Entratel (il canale dedicato ai soggetti obbligati alla trasmissione elettronica delle dichiarazioni) può effettuare in rete tutte quelle operazioni che normalmente andrebbe a compiere presso il front office dei vari uffici dell’Agenzia delle Entrate. Dunque, si può beneficiare di un indubbio e significativo risparmio di tempo e di costi di spostamento. I soggetti che utilizzano CIVIS, attraverso il canale Entratel saranno in grado di richiedere assistenza per le comunicazioni di irregolarità che si riferiscono agli anni d’imposta 2006 e quelli successivi: le dichiarazioni fiscali in questione sono quelle di Unico Persone Fisiche e il modello 770.

 

Modello Eas: nuova proroga, invio entro il 31 dicembre 2009

 Riguardo alla trasmissione, in via esclusivamente e rigorosamente telematica, del modello Eas, c’è ancora più tempo rispetto al previsto e rispetto all’ultima proroga concessa dall’Amministrazione finanziaria. In data odierna, infatti, l’Agenzia delle Entrate, con un comunicato ufficiale, ha reso noto che il termine di invio del modello viene ulteriormente differito fino a fine anno. I soggetti obbligati alla trasmissione del modello Eas avranno così tempo fino e non oltre il 31 dicembre 2009; la decisione da parte dell’Agenzia delle Entrate è strettamente correlata al fatto che è amplia la platea di soggetti che devono inviare i dati, ragion per cui in merito sono state accolte le richieste formulate dal Forum del Terzo settore.

Acconto Irpef: coniato il codice per il differimento

 L’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare, nel corso della giornata di ieri, la risoluzione 284/E, un documento molto importante perché è andato a coniare un apposito codice tributo per l’uso in compensazione del credito d’imposta: in particolare, ci si riferisce a quanto viene versato in più attraverso il modello F24 e a tutti quei contribuenti che avevano già effettuato il versamento per intero dell’acconto Irpef di novembre al momento dell’entrata in vigore del cosiddetto “decreto taglia-acconti” (si tratta del Decreto legge 168 del 2009, recante “Disposizioni urgenti in materia di acconti di imposta, nonché di trasferimenti erariali ai comuni”). Per essere più precisi, dunque, il nuovo codice deve essere utilizzato dai soggetti che, avendo versato nella misura ordinaria del 99%, non hanno potuto usufruire della già citata riduzione. Cosa dice il decreto in proposito? Il primo articolo del testo normativo, il quale ha tagliato di venti punti percentuali l’importo relativo all’acconto dell’Imposta Regionale sulle Persone Fisiche da versare entro il 30 novembre (si è arrivati fino al 79%), mette in luce la previsione, per i contribuenti che hanno pagato l’acconto in applicazione della vecchia misura, di usare in compensazione l’eccedenza di versamento.

 

Acconto IVA: scadenza prorogata al 28 dicembre 2009

 Ogni anno, in corrispondenza del 27 dicembre, scade il termine per il pagamento dell’acconto sull’imposta sul valore aggiunto (IVA) relativamente al quarto trimestre fiscale se si è dei contribuenti “trimestrali”, oppure quella relativa al mese di dicembre nel caso dei contribuenti che versano l’IVA ogni mese, entro il 16, sulle operazioni del mese precedente. Ebbene, visto che quest’anno il 27 dicembre cade di domenica, il termine slitta di un giorno; a comunicarlo in via ufficiale è l’Agenzia delle Entrate, ragion per cui il giorno ultimo per il versamento dell’acconto IVA è quello del 28 dicembre del 2009. L’acconto IVA si paga come al solito con il modello F24 ed utilizzando uno dei seguenti codici tributo: “6035” per i contribuenti che effettuano i versamenti IVA con cadenza trimestrale, ed il “6013” per i contribuenti IVA mensili.

Fringe benefit: l’Aci comunica le nuove tabelle

 Sono stati fissati i costi, in chilometri di esercizio, per quel che riguarda le autovetture, i ciclomotori e i motocicli in relazione al 2010: si tratta di tabelle molto importanti, le quali devono essere utilizzate per individuare il reddito in natura delle vetture aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti. I costi sono stati elaborati dall’Aci (Automobile Club d’Italia) e pubblicati in Gazzetta Ufficiale; in questo modo, sarà molto più agevole determinare quello che è l’imponibile fiscale e previdenziale del fringe benefit riguardo questi veicoli, usati per esigenze di lavoro e private. Di solito, si fa riferimento all’articolo 51 del Tuir per la determinazione delle regole speciali forfetarie in questo ambito; in proposito, il quarto comma dell’articolo stabilisce che il valore del fringe benefit è pari al 30% dell’importo relativo alla percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri, somma stimata al netto degli importi eventualmente trattenuti al dipendente. Le tabelle vanno predisposte ogni anno entro il 30 novembre e presentate all’Agenzia delle Entrate, che poi le pubblica entro la fine dell’anno proprio per dar loro valore nell’anno successivo: solitamente, c’è una classificazione in base al tipo di alimentazione e di produzione.

 

Fisco giusto per lavoratori e pensionati: proposta Cgil

 In Italia serve un fisco più equo, che garantisca un alleggerimento della pressione fiscale a carico di chi le tasse, col prelievo alla fonte, le paga fino all’ultimo centesimo, ovverosia i lavoratori ed i pensionati. Per questo, la Cgil ha messo a punto tutta una serie di proposte finalizzate a riportare in materia di tassazione la giustizia sociale, e per farlo si devono chiaramente mettere in atto non azioni “una tantum“, ma vere e proprie riforme strutturali. In particolare, la proposta della Cgil è basata, in primis, sul recupero di risorse sia attraverso la lotta all’evasione fiscale, sia applicando la tassazione al 20% sulle rendite finanziarie unitamente ad imposte sui grandi patrimoni.

Umbria, Marche e Veneto: nuove direzioni provinciali delle Entrate

 Sono dunque tre le regioni italiane coinvolte nella ristrutturazione di oggi dell’Agenzia delle Entrate: è infatti prevista per questa mattina l’attivazione di quattro nuove strutture, per la precisione le Direzioni provinciali di Ascoli Piceno e Fermo nelle Marche, Padova per quel che riguarda il Veneto e Terni in relazione all’Umbria. Si tratta della prima apertura in territorio umbro, mentre nelle altre due regioni le attivazioni salgono a tre. Come funzioneranno queste nuove direzioni? La struttura di Ascoli Piceno verrà sostanzialmente articolata in un Ufficio adibito ai controlli fiscali e in due Uffici Territoriali, uno che avrà sede proprio nello stesso capoluogo e un altro a San Benedetto del Tronto, nella sede in cui attualmente si trova l’ufficio locale. L’altra direzione marchigiana, quella di Fermo, potrà beneficiare di una organizzazione diversa, invece, visto che l’Ufficio per i controlli e l’Ufficio Territoriale saranno concentrati in un’unica struttura che svolgerà entrambi i compiti.

 

Tredicesima: serve anche per pagare le tasse

 Quale uso faranno quest’anno gli italiani della tredicesima? Ebbene, anche se con percentuali diverse, numerose indagini hanno rivelato che gli italiani non sfrutteranno la gratifica natalizia solo per gli acquisti di Natale, o per mettere qualche euro da parte, ma anche e soprattutto per mettere una pezza ai debiti pregressi e per saldare spese obbligate come il bollo auto, il canone Rai, l’assicurazione della macchina e spesso anche le rate di prestiti finalizzati o quelli delle carte di credito revolving, uno strumento di debito che oramai per numerose famiglie, in particolar modo quelle in grossa difficoltà, serve anche per andare a fare la spesa tutti i giorni al supermercato.

San Marino e Argentina stipulano un accordo su scambio informazioni

 La piccola Repubblica di San Marino compie un altro importante passo verso la propria trasparenza fiscale: è stato infatti firmato un accordo tra lo Stato, considerato uno dei principali paradisi fiscali, e l’Argentina. L’intesa è stata portata a termine dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Antonella Mularoni, e Ricardo Echegaray, responsabile dell’Amministrazione federale argentina delle entrate pubbliche, tramite una nota in cui viene comunicata l’esclusione di San Marino dalla lista dei paesi che presentano una tassazione bassa o nulla. L’accordo, a questo punto, potrebbe essere una sorta di anticamera alla futura firma del protocollo contro le doppie imposizioni. Si tratta dell’ennesima prova di volontà della Repubblica del Titano nell’ambito della collaborazione tributaria, secondo quanto disposto dai dettami dell’Ocse: l’accordo con la nazione sudamericana si aggiunge a quelli già stipulati con Austria, Belgio, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta e Ungheria, oltre a quelli modificati con Andorra, Francia e Samoa, tra le altre, in relazione allo scambio di informazioni fiscali.

 

Scudo fiscale: raccolti 100 miliardi

 Rientrano nel Belpase ben 100 miliardi con lo scudo fiscale, permettendo allo Stato un gettito di 5 miliardi tramite l’applicazione dell’aliquota del 5% sulle somme rimpatriate. La scadenza per aderire rimane il 15 dicembre, ma fino al 31 dicembre del 2010 potranno essere concluse le operazioni che per motivi non legati alla volontà del contribuente non sono state concluse nei termini di legge.

Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate precisa che dopo la scadenze previste dallo scudo, coloro che verranno scoperti a lasciare patrimoni in paradisi fiscali rischieranno sanzioni molto severe, fino ad un massimo del 480 per cento della maggior imposta dovuta e non pagata. Infatti con lo scudo fiscale sono entrate in vigore norme antievasione più severe.