Fisco e Comuni: collaborazione Udine-Entrate

 Nei giorni scorsi in Friuli Venezia Giulia, il Comune di Udine, primo tra i capoluoghi di provincia, ha siglato con l’Agenzia delle Entrate un protocollo di intesa finalizzato ad una collaborazione congiunta nelle azioni di contrasto all’evasione fiscale; l’accordo, nello specifico, prevede la trasmissione di dati “sensibili” ai fini dell’accertamento fiscale in settori come quello del commercio, della proprietà edilizia, dell’urbanistica e delle residenze fittizie all’estero. Trattasi di un accordo molto importante che, tra l’altro, si sta estendendo a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale, visto che grazie all’operato delle autonomie locali, come sottolineato dal Direttore delle Entrate Friuli, Giulia Paola Muratori, si può creare una vera e propria rete di informazioni qualificate ai fini dell’attività di accertamento dei tributi erariali demandata all’Amministrazione finanziaria.

Agenzia delle Entrate: via libera a tre nuove direzioni provinciali

 Fra due giorni saranno finalmente rese operative tre nuove direzioni locali dell’Agenzia delle Entrate: la decisione rientra a pieno titolo nell’ambito del riassetto organizzativo delle stesse Entrate e, in questo, caso si riferirà soprattutto alla Lombardia, con l’apertura delle Direzioni Provinciali di Como e Varese, e al Veneto, con la Direzione di Rovigo. In tal modo, aumentano le province italiane che possono beneficiare di un assetto di questo tipo: le precedenti “inaugurazioni” avevano riguardato soprattutto la regione Lombardia, con le sedi di Lecco, Cremona, Lodi, Mantova e Sondrio. Il nuovo modello organizzativo dell’Agenzia ha il preciso obiettivo di potenziare sia quelle strutture che svolgono attività di assistenza per i contribuenti, sia quelle che invece curano principalmente il contrasto all’evasione fiscale. Dunque, viene rafforzata soprattutto l’attività di controllo in relazione alla tipologia di contribuente.

 

Fisco: Emilia-Romagna, altri quattro comuni “caccia-evasori”

 Sono altri quattro i Comuni che in Emilia-Romagna negli ultimi giorni si sono aggiunti a tutti gli altri nell’ambito dell’intesa antievasione tra l’Agenzia delle Entrate e le Amministrazioni cittadine dopo l’accordo siglato nei mesi scorsi non l’ANCI, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Nello specifico, le quattro nuove adesioni sul territorio emiliano-romagnolo sono quelle del comune di Colorno, in provincia di Parma, Vernasca in provincia di Piacenza, Finale Emilia in provincia di Modena e Dovadola in provincia di Forlì-Cesena. A darne notizia è la Direzione regionale Entrate dell’Emilia-Romagna, sottolineando come anche questi altri quattro comuni della Regione abbiano deciso di scendere in campo a fianco dell’Amministrazione finanziaria nell’ambito dell’attività di contrasto all’evasione fiscale attraverso l’invio, proprio da parte dei comuni, di segnalazioni qualificate che risultano essere fondamentali per poter capire se il reddito dichiarato dal contribuente sia conforme e compatibile con lo stile di vita sostenuto.

Tasse: un euro su due va all’Erario

 Sono proprio i Commercialisti a spiegare che per ogni euro guadagnato la metà se ne va in tasse, e la Banca mondiale conferma: i balzelli italiani per le imprese sono tra i più difficili e lunghi da pagare dell’intero pianeta. L’Italia, secondo quanto risulta dal rapporto Payng Taxes realizzato dalla PricewaterhouseCoopers in collaborazione con la World Bank, occupa il 136esimo posto su 183 Paesi (significa che per pagare tutte le tasse un’impresa di medie dimensioni impiega 334 ore, mentre la media della Ue è di 232). Tasse alte, lunghe e burocrazia troppo prolissa e complicata.

Sempre secondo il rapporto, l’Italia risulta al 166mo posto nella classifica del total tax rate, il peso complessivo degli oneri tributari e previdenziali sul conto economico di un’impresa. Il peso complessivo risulta in Italia del 68,4%, a fronte di una media mondiale del 48,3% ed europea del 44,5%.

I Commercialisti cercano una exit strategy per abolire l’Irap

 Claudio Siciliotti, presidente dei Commercialisti, è intervenuto nel corso della seconda Assemblea della categoria a Roma; il riferimento principale del suo discorso è andato alla definizione di una exit strategy per la cancellazione definitiva dell’Irap. Tale imposta viene definita dallo stesso Siciliotti come ingiusta, motivo per il quale il suo accantonamento deve essere studiato più attentamente:

Si può pensare a una strategia in questo senso, un percorso graduale al termine del quale vi sarebbe l’abolizione completa, magari anche sostituendo l’imposta con altri tributi.

Il Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti non nasconde dunque la propria avversione nei confronti dell’Irap. Come è stato precisato sempre nel corso di questa assemblea, la riduzione del 20% degli acconti Irpef rappresenta solamente una misura parziale, una ipotesi auspicati da più voci e da non abbandonare. Cosa trovano di ingiusto nell’Irap i Commercialisti?

 

Auto di lusso e imbarcazioni: scoperta evasione in Toscana

 La storia è sempre la stessa: al Fisco vengono dichiarati pochi “spiccioli”, e poi nella vita di tutti i giorni si circola su auto di grossa cilindrata, rigorosamente di proprietà, o si naviga in mare a bordo di uno yacht. E visto che questi casi in Italia non sono per nulla circoscritti, oramai l’Amministrazione Finanziaria ha messo in atto una vera e propria “offensiva” ai danni di chi presenta una dichiarazione dei redditi come un contribuente “normale”, mentre poi lo stile di vita è a dir poco agiato e la capacità di spesa è molto elevata. Su tali basi, in Toscana, la Direzione Regionale delle Entrate ha reso noto d’aver scoperto un’evasione pari a ben 15 milioni di euro, a carico di quasi 1.300 contribuenti, nel corso di altrettanti accertamenti sintetici nei primi dieci mesi di quest’anno.

Usura: meno tasse e agevolazioni per chi denuncia

 Chi per necessità, chi perchè non vuole rinunciare a nulla… sono tanti i motivi che spingono la gente a rivolgersi agli usurai…L’usura è un reato che commette chi concede prestiti ad un tasso d’interesse superiore al cosiddetto “tasso soglia“, che si calcola aumentando del 50% il tasso effettivo globale medio relativo rilevato ogni tre mesi dal Ministero del Tesoro e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Emerge che nell’ultimo anno sia aumentato notevolmente il numero delle famiglie vittime degli usurai. In Italia sono 600 mila le persone in mano agli usurai con tassi d’interesse tra il 120 e il 240 per cento e un giro d’affari di 30 miliardi di euro. A causa della crisi sono divenute vittime degli strozzini le piccole e medie imprese. Per porre un freno a questo fenomeno, dieci Comuni romani hanno deciso di concedere agevolazioni sui tributi fiscali locali a chi denuncerà i propri aguzzini.

Equitalia: l’estratto conto online è attivo in tutta Italia

 Il servizio di estratto conto online offerto da Equitalia copre finalmente tutto il territorio della penisola: due giorni fa, infatti, anche i contribuenti di Viterbo e provincia hanno potuto consultare telematicamente la loro situazione debitoria sul sito della società per azioni, la quale, lo ricordiamo, è predisposta per gestire il sistema di riscossione nazionale. La diffusione telematica di questo importante servizio ha avuto inizio lo scorso mese di luglio e, nel corso di soli quattro mesi, ha visto la registrazione di 250.000 utenti. C’è però anche da dire che l’estratto conto online non era partito in modo agevole; in effetti, si erano verificati alcuni problemi tecnici che ne avevano determinato il ritardo nell’avvio proprio nella zona della Tuscia. Come aveva precisato a inizio novembre Marco Cuccagna, direttore generale di Equitalia, tali problemi sarebbero stati risolti a breve ed ecco che in sole due settimane la promessa è stata mantenuta. Sarà ora quindi possibile anche per i cittadini viterbesi evitare le consuete file agli sportelli di Equitalia Gerit, affidandosi al web per trovare una risposta alle loro domande.

 

Acconto Irpef 2009: sconto del 20%

 Nei giorni scorsi l’attuale Governo in carica, al fine di permettere alle famiglie, e comunque a tutti i contribuenti assoggettati all’Irpef, di avere più soldi in tasca ed in cassa da qui a Natale, ha provveduto a tagliare in termini percentuali l’ammontare dell‘acconto sull’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) in pagamento per la fine di questo mese. Entro il prossimo 30 novembre 2009, infatti, grazie al Decreto Legge approvato dall’Esecutivo, l’acconto 2009 sull’Irpef sarà dovuto nella misura del 79% anziché del 99%; lo sconto, quindi, ammonta al 20%, ma chiaramente la quota non pagata a fine novembre dovrà poi essere versata, trattandosi solo di un differimento, nel mese di giugno del prossimo anno. Ma a chi spetta questo beneficio? Ebbene, al riguardo nella giornata di ieri l’Agenzia delle Entrate ha emesso una nota nella quale si spiega che lo sconto è fruibile da parte di tutti coloro che ai fini Irpef, e così come prevede la Legge, a fine mese devono versare l’acconto Irpef.

Svizzera: tassa sulla mobilità per l’ambiente

 L’organizzazione svizzera Pusch propone una riforma che trasformerebbe la tassa sul CO2 in tassa sull’energia e introdurrebbe imposte sull’utilizzo del suolo e sulla mobilità. Si tratterebbe di trasformare la tassa sul CO2 in tassa sull’energia e di introdurre imposte sull’utilizzo del suolo e sulla mobilità. La proposta quindi c’è, ma occorrono le condizioni quadro giuridiche e finanziarie per attuarla, come confermano i responsabili di Pusch in una conferenza stampa.
Per risolvere a lungo termine i principali problemi ambientali della Svizzera, Pusch propone quindi una riforma fiscale ecologica basata su tasse sull’energia, sull’utilizzo del suolo e sulla mobilita’, in parole semplici: più si inquina più si dovrà pagare.

Entrate: lavoratori frontalieri fuori dallo scudo fiscale

 Ogni volta che si torna a parlare di scudo fiscale, è abbastanza scontato che qualsiasi tipo di novità contribuisca a chiarire il quadro di uno dei provvedimenti più dibattuti e approfonditi. Ieri si è assistito a un altro di questi chiarimenti: l’Agenzia delle Entrate ha infatti provveduto a “salvare” dallo scudo i lavoratori frontalieri, vale a dire quelle persone che hanno la residenza in Italia, ma che comunque svolgono la loro attività lavorativa in una sede estera. La prassi normale, in questi casi, avrebbe previsto che tali lavoratori dovessero “scudare” gli stipendi accreditati sui conti che sono stati aperti presso gli istituti esteri, pagando l’imposta del 5%. Invece, attraverso la pubblicazione della circolare 48/E delle stesse Entrate, è stato chiarito che questi soggetti rimangono fuori dallo scudo fiscale e, in particolare, i depositi e i conti correnti aperti presso banche all’estero per l’accredito degli stipendi.

Evasione fiscale: accertamenti sintetici in Emilia-Romagna

 In Italia ci sono, purtroppo, tantissimi contribuenti che, a fronte di dichiarazioni dei redditi che appaiono a prima vista regolari e tipiche di un “medio contribuente“, conducono una vita decisamente più agiata tra yacht, immobili di pregio ed utilizzo di auto di grossa cilindrata di proprietà. Ebbene, per quasi 1.500 contribuenti di questo tipo, in Emilia-Romagna, nei primi dieci mesi di quest’anno è scattato il redditometro e, a fronte di altrettanti accertamenti sintetici è stata scovata un’evasione pari a ben 22 milioni di euro. A darne notizia è la Direzione Regionale Emilia-Romagna dell’Agenzia delle Entrate, la quale ha messo in risalto come quest’anno i controlli legati agli accertamenti sintetici siano cresciuti del 191%, passando dai 512 dello scorso anno ai 1.490 di quest’anno.

Il brogliaccio permette l’accertamento induttivo dell’Iva

 Il brogliaccio contabile che viene trovato presso i clienti rende inutile qualsiasi tipo di ispezione sulle relative scritture: in questo caso, infatti, il Fisco è in grado di accertare in maniera induttiva l’imposta sul valore aggiunto, così come è stato precisato dalla sentenza 23585 che la Corte di Cassazione ha provveduto a pubblicare lo scorso 6 novembre. Il fatto che ha portato alla pronuncia della Suprema Corte si riferisce a una verifica effettuata nei confronti di una società: nel corso dell’ispezione era stato rinvenuto appunto il brogliaccio, documento da cui emergeva l’omessa contabilizzazione dei corrispettivi per la cessione dei beni. In base a quanto rilevato in questo modo, l’ufficio finanziario provvedeva quindi a notificare l’avviso di rettifica per il recupero degli incassi che non erano stati dichiarati. Successivamente, l’avviso era stato respinto per mancanza di fondatezza della pretesa erariale. La sentenza di primo appello dava ragione alla società e contro questa pronuncia le Entrate avevano appunto presentato ricorso in Cassazione.

 

Pressione fiscale e crisi: liberi professionisti in affanno

 Quello che sta per chiudersi in Italia sarà un anno orribile per i liberi professionisti, i quali più di tutti, al pari delle piccole imprese e micro imprese, hanno risentito degli effetti nefasti della crisi finanziaria ed economica. Non a caso, Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, in base a delle rilevazioni effettuate dallo Sportello del Contribuente, ha denunciato come con la pessima congiuntura abbiano chiuso il 14% degli studi professionali, ovverosia la bellezza di 300 mila attività gestite dai liberi professionisti: dai giornalisti ai veterinari e passando per i medici, i biologi, i dottori commercialisti, i sociologi e gli avvocati. D’altronde la crisi, oltre ad aver innescato una stretta creditizia come non si vedeva da decenni, ha causato, a scapito dei professionisti, il mancato incasso di parcelle da parte di soggetti, su tutti le imprese in crisi, che si sono trovati non solo a corto di liquidità, ma in molti casi hanno portato direttamente i libri in Tribunale.