A Fano suscita polemiche la tassa del tubo

 Quando si pensa che la fantasia fiscale sia terminata, ecco spuntare una nuova misura che fa discutere. Una delle imposte più controverse è stata introdotta a Fano, comune marchigiano in provincia di Pesaro-Urbino: si tratta della cosiddetta tassa del tubo, un tributo che viene fatto pagare attraverso le bollette. Di cosa si tratta esattamente? Il comune ha deciso di prevederla all’interno del bilancio di quest’anno e ha a che fare con i sotto-servizi come le condotte del gas e le fognature: i tubi sono quelli sfruttati in tal caso, ragione per cui si è deciso di ribattezzarla in questo modo (vedi anche In Maryland viene introdotta la tassa sulla pioggia).

Risoluzione delle Entrate su imposte e contributi assicurativi

 La giornata di ieri, venerdì 31 maggio 2013, è stata sfruttata dalla nostra amministrazione finanziaria per rendere pubblica la risoluzione 38/E: il documento in questione ha precisato un aspetto di non poco conto per quel che riguarda l’imposta che è dovuta dalle società del comparto assicurativo. In pratica, se tale tributo (vedi anche Il codice tributo per l’imposta sulle assicurazioni estere), come anche il contributo destinato al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) sui premi per la Rc Auto e il contributo al Fondo di solidarietà per le vittime di estorsione e usura non sono corrisposti in maniera spontanea, allora si può fare riferimento alla soluzione obbligatoria.

Da domani contact center Inps anche per gli iscritti ex Enpals e Inpdap

 La giornata di domani sarà piuttosto importante per tutti quei soggetti che sono iscritti alle gestioni pensionistiche dei lavoratori dello spettacolo (si fa riferimento all’ex Enpals per la precisione) e dei dipendenti pubblici ex Inpdap (Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica). In effetti, sono proprio queste persone che dal 1° giugno in poi avranno la possibilità di chiamare il contact center multicanale (sia Inps che Inail) per ottenere le informazioni telefoniche del caso.

Anche le pennette del pc sono una prova dell’evasione fiscale

 Come stabilito di recente dalla Corte di Cassazione, si possono sequestrare legittimamente apparecchi e strumenti informatici nel caso di dichiarazione fiscale infedele per realizzare una vera e propria evasione delle tasse. Secondo i giudici di Piazza Cavour, infatti, i beni in questione sono in tutto e per tutto pertinenziali al reato di cui si sta parlando (vedi anche Aumenta la differenza tra consumi e redditi dichiarati: colpa dell’evasione?).

I consumi di acqua e caffè sono indicatori presuntivi dei ricavi

 La nostra amministrazione finanziaria e i giudici di merito sono i soggetti più indicati per capire quali elementi del settore della ristorazione sono utili per ricostruire in maniera presuntiva i ricavi: in effetti, il comparto in questione è caratterizzato da indicatori che hanno un peso diverso a seconda della situazione. L’accertamento che si basa sul consumo di caffè e di acqua minerale può essere considerato legittimo, visto che si sta parlando di ingredienti essenziali per le consumazioni della clientela (vedi anche Chiusi 9000 ristoranti in un anno).

Modello 730 rinviato

In questi ultimi anni è sempre più difficile tenere il passo con i continui cambiamenti

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