Il disegno di legge al fine di intervenire sulle deroghe ai requisiti previdenziali introdotti dalla riforma delle pensioni Fornero, la settima salvaguardia, ha l’obiettivo di tutela 26.300 lavoratori che sono in possesso di determinati requisiti.
Con la settima salvaguardia i lavoratori che possono essere riconosciuti in profili di tutela hanno la possibilità di mantenere le regole al pensionamento previgenti la riforma del 2011. Questo beneficio permette loro di poter accedere alla pensione prima rispetto a quanto richiesto dalla normativa vigente, ovvero 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 6 mesi di contributi per le donne indipendentemente dall’età anagrafica, oppure 66 anni e 3 mesi di età anagrafica per accedere alla pensione di vecchiaia.
La settima salvaguardia va a ricalcare la legge 147/2014, la sesta salvaguardia, andando soltanto a spostare il termine per maturare la decorrenza dal 6 gennaio 2016 al 6 gennaio 2017. Inoltre la settima salvaguardia include anche i lavoratori edili, i lavoratori che provengono da aziende cessate o interessate dalle procedure di fallimento o la liquidazione coatta amministrativa.
Per accedere alle deroghe, questa probabilmente è la più grande novità introdotta dalla settima salvaguardia, non saranno più rilevati gli adeguamenti alla speranza di vita.
Chi rientrerà nella Settima Salvaguardia? Punto di partenza per rispondere a questa domanda è il censimento degli esodati rimasti esclusi dai sei precedenti interventi. E proprio da qui è partita la Commissione Lavoro di Palazzo Madama avviando un sondaggio online rivolto agli esodati. L’analisi è andata avanti dall’8 aprile al 12 luglio scorso.
Tuttavia ora, dall’esame dei risultati del suddetto sondaggio, emerge che i dati raccolti potrebbero non essere del tutto rappresentativi e che potrebbero sussistere delle discrepanze rilevanti tra il numero effettivo di esodati esclusi e quello dichiarato dagli intervistati.